Ogni sera ti addormenti, e ogni mattina ti svegli. Lo chiami semplicemente “dormire”.
Lo fai ogni notte, o almeno, dovresti farlo. È talmente naturale che lo dai per scontato. Accade. Ė naturale e spontaneo.
Il dormire non lo vedi come un’azione. Anzi, generalmente lo vedi proprio come l’assenza totale di azione. Il riposo per eccellenza, dove non fai nient’altro che abbandonarti alle braccia di Morfeo.
E da un certo punto di vista è proprio così. Ma da un altro punta di vista, no.
Il sonno ha molti segreti da esplorare, e li vedremo nel dettaglio.
Accadono in una notte di sonno molte più cose di quel che si crede.
Ogni notte viaggi attraverso una serie di stati di coscienza diversi. La ruota degli stati di coscienza gira e ti fa esplorare una serie di territori
Questo avviene spontaneamente, che tu ne sia consapevole o meno. Per questo è vero che non c’è altro da fare che lasciare che accada.
Ma lasciare che accada e cadere nell’oblio significa lasciarsi scappare l’opportunità di esplorare consapevolmente questi territori della coscienza.
Quindi, in questo non fare nulla e lasciare che accada, ci sarebbe in realtà un’azione interiore da compiere: restare consapevoli. O almeno provarci.
Il nostro viaggio attraverso i 12 stati di coscienza inizia esplorando proprio il mondo notturno, affrontando lo stato ipnagogico, che è quel particolare stato di coscienza di transizione tra la condizione di veglia e quella di sonno.
Generalmente questa transizione viene vissuta in modo inconsapevole. Spegni l’interruttore della consapevolezza e lasci che il sonno faccia il suo corso.
Quando è vissuto in questo modo nella transizione c’è un’interruzione della continuità della consapevolezza. C’è uno scivolare nell’oblio, intenso come dimenticanza di sé.
Uno scopo della pratica di consapevolezza è quello di stabilizzare la consapevolezza di sé. Cioè restare consapevoli nelle condizioni di transizione di stato
Da leggere: l’introduzione alla rubrica » La straordinaria avventura negli stati di coscienza

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I molteplici aspetti del sonno
Prima di affrontare lo stato ipnagogico vero e proprio vediamo brevemente cosa succede durante il sonno.
Il sonno non è uno solo. Nelle ore in cui dormi accadono una serie di cambiamenti significativi negli stati di coscienza. Questi cambiamenti si alternano in modo ciclico.
Ti ho fatto un grafico per semplificarti la comprensione di ciò che accade.
Innanzitutto come vedi ci sono diversi gradi di profondità del sonno. Dal sonno leggero, stadio 1, al sonno più profondo, che è chiamato stadio 4. Non ti serve conoscere i dettagli dei 4 stadi, ti basta sapere che lo stadio 1 è un sonno leggero, e lo stadio 4 è il sonno profondo.
Come vedi
appena ti addormenti precipiti direttamente nella fase del sonno profondo.
In questo stadio l’attività cerebrale è minima, e il recupero fisiologico è massimo. La priorità del sonno in questa fase è quella di riposare fisicamente.
Trascorso un periodo di tempo in questa fase lentamente risali verso un sonno più leggero ed entri nel sonno REM, segnato in rosso nel grafico. Certamente hai già sentito questo acronimo, che sta per Rapid Eye Moviment (significa: rapidi movimenti oculari). È lo stadio del sonno in cui avvengono i sogni. Generalmente l’attività muscolare del corpo è inibita, tranne quella degli occhi, che seguono il movimento di ciò che accade nel sogno.
L’attività cerebrale in questa fase è molto simile alla veglia. La priorità non è riposare, ma quella di integrare e consolidare le impressioni accumulate durante la veglia.(Lo vedremo meglio quando tratteremo il sogno in questa rubrica).
Il primo sogno dura poco, dieci-quindici minuti, poi il sonno ritorna ad una fase più profonda, ritorna cioè allo stadio 4.
Dopo 15-20 minuti risale nuovamente nel sonno REM. Come vedi questa volta il sogno dura di più rispetto al primo ciclo.
I cicli si susseguono, ma come puoi vedere dal grafico cambia ogni volta la durata di ogni fase e la profondità del sonno.
Ogni ciclo di sonno ha una durata ben precisa: dura un’ora e mezza. All’interno di questa ora e mezza le durate dei singoli stadi sono variabili.
Il primo ciclo ha un sonno profondo importante e un sogno breve. Ogni ciclo che segue le priorità si invertono, il sonno va sempre meno in profondità e la durata del sogno aumenta progressivamente.
Ogni notte attraversi una serie di questi cicli. Quanti? Dipende da quanto dormi. Se dormi 8 ore come nel grafico ne attraversi 5, se dormi di più ne attraversi di più, in proporzione.
Se ti svegli in modo spontaneo ti sveglierai nella fase appena seguente il sonno REM. Non accade cioè di svegliarsi spontaneamente allo stadio di sonno profondo (stadio 4).
Prova a dividere le tue ore di sonno per un’ora e mezza e vedrai che otterrai numeri interi – se non ti svegli con la sveglia – che ti dicono quanti cicli di sonno hai passato durante la notte.
L’addormentamento
La fase di addormentamento è simile a un tramonto: è un processo che ha una durata temporale, in cui puoi certamente dire “il sole è tramontato quando è sotto l’orizzonte”, ma la luce continua ad esserci anche dopo, in varie sfumature di intensità. Lo stesso è per l’addormentamento.
Non esiste un interruttore ON-OFF: ora sono sveglio – ora sto dormendo. Si tratta di un continuum, in cui si susseguono varie sottofasi. Varie gradazioni di luminosità, come nel tramonto.
Innanzitutto, quanto dura? La durata è molto soggettiva, indicativamente dai due ai trenta minuti.
In questa transizione il cervello passa attraverso un cambio di attività significativo: chiude progressivamente le porte agli ingressi sensoriali.
Il talamo è la parte cerebrale che “interrompe” gli stimoli ambientali.

Il talamo chiude le porte sensoriali e la mente si orienta verso gli stimoli interni. Quando accade questo, sei ufficialmente addormentato.
Tramite un elettroencefalogramma questo è rilevabile in modo netto, perché questa transizione è visibile tramite i fusi del sonno e i complessi K.

I fusi del sonno e i complessi K sono particolari registrazioni che evidenziano che il talamo ha chiuso gli ingressi sensoriali verso il mondo esterno.
Come vedi dall’immagine questo accade solamente nello stadio 2.
Nell’addormentamento attraversi lo stadio 1 del sonno, con una serie di sottofasi:
- Stato alfa
- Appiattimento delle onde alfa
- Onde theta
Questo è ciò che accade dal punto di vista cerebrale. Non ci interessa entrare nel dettaglio di ogni sottofase, ci interessa di più spostare l’attenzione a quello che accade a livello interiore.
Da leggere: Stati di coscienza

Lo stato di coscienza ipnagogico
Quando ti addormenti entri nello stato di coscienza ipnagogico.
Questo termine ha origini greche, e significa appunto hypnos (sonno) e agogos(che porta a). Lo stato ipnagogico è appunto quello stato di coscienza che porta al sonno
È uno stato di coscienza particolare, ricco di sfumature e di opportunità da cogliere.
Durante questo stato si verifica una leggera condizione allucinatoria.
Le ultime ricerche sul sonno associano questi fenomeni al sonno REM, la parte del sonno in cui si sogna. Sostengono cioè che lo stato ipnagogico non sia uno stato di coscienza a sé stante, ma che sia semplicemente un sonno REM “sotto copertura” (REM covert). Un sogno semi-cosciente, o semi-lucido, spontaneo
Divenire consapevoli del contenuto di questo stato di coscienza si rivela utilissimo, perché >essendo uno stato di transizione si rivela altamente permeabile.
Nello stato ipnagogico lo stato di sogno può incontrare quello di veglia e fecondarlo con idee brillanti, intuizioni e comprensioni inedite.
Nella storia dell’essere umano molti artisti e inventori hanno usato intenzionalmente questo stato di transizione per cogliere idee brillanti e creazioni innovative.
Come abbiamo visto prima lo stato ipnagogico è composto da varie sottofasi. Gli studi sull’EEG ci rivelano cosa accade da una prospettiva oggettiva, in terza persona.
Vediamo ora cosa accade dal punto di vista soggettivo, ovvero cosa ti succede mentre ti addormenti.
Le sottofasi dello stadio di coscienza ipnagogico
Lo stato ipnagogico, dal punto di vista soggettivo, si può scomporre in 4 stadi distinti. Ad ogni passaggio di fase c’è un aumento progressivo del rilassamento fisico e del rilassamento mentale.

- Lampi di luce e di colore
- Attività immaginativa associata a distorsioni nello schema corporeo
- Fenomeni autosimbolici
- Sogni ipnagogici
Pur essendo ogni fase ben distinta dalle altre, anche in questo caso non esiste un interruttore acceso-spento tra una fase e l’altra, esiste una continuità. Uno stadio sfuma in quello seguente.
Vediamole nel dettaglio.

La prima fase ipnagogica: Lampi di luce e di colore
Durante la prima fase dell’addormentamento, dal punto di vista soggettivo, appaiono dei lampi di luce e di colore. Sono macchie indistinte di luce colorata che si muovono, anticipando i movimenti oculari.
Questo fenomeno è chiamato luce ideoretinica.
Chiudendo le palpebre si crea un campo sensoriale visivo omogeneo e privo di variazioni. Su questa “tela neutra” divengono evidenti le variazioni di fondo.
Similmente al rumore bianco di un televisore non sintonizzato, appaiono questi fenomeni luminosi, con intensità variabile. Alcune persone li percepiscono in modo più intenso, altri in modo molto più flebile.

La seconda fase ipnagogica: Attività immaginativa associata a distorsioni nello schema corporeo
Man mano che il rilassamento aumenta, il modo in cui soggettivamente si percepisce il proprio corpo inizia ad alterarsi. Lo schema corporeo viene modificato, e a questo si associa un incremento dell’attività immaginativa.
Questo accoppiamento crea soggettivamente fenomeni caratteristici: si possono sentire suoni amplificati, la sensazione di galleggiare o di andare alla deriva, sensazioni tattili, sensazioni di espansione… ogni canale sensoriale può essere veicolo di questo tipo di distorsione, ma principalmente emergono dal canale visivo.
Si tratta di una combinazione di sensazioni fisiche alterate e di immagini visive statiche. Possono emergere immagini fisse di facce, figure, oggetti o scene particolari.
Tra un’immagine e l’altra potrebbe esserci un qualche tipo di associazione, in una sorta di catena associativa. Ma non sempre è così, a volte le immagini sono completamente scollegate tra di loro.
Un vissuto che spesso si verifica in questa fase è la sensazione di cadere nel vuoto. Se l’esperienza è resistita può divenire un vissuto ansiogeno e portare ad un brusco risveglio, con un improvviso scatto muscolare. Questa è chiamata contrazione mioclonica, ed è generata dal tronco encefalico (la parte più primitiva del nostro cervello), e ha lo scopo di rilasciare la tensione muscolare accumulata. Probabilmente ti è già capitato di provare questa sensazione.

La terza fase ipnagogica: Fenomeni autosimbolici
Superata la fase immaginativa lo stato ipnagogico sfocia in una fase in cui il pensiero si presenta in una forma più “primitiva”. Il rilassamento mentale aumenta, e si allentano le configurazioni classiche di pensiero, indebolite dal bisogno di dormire.
Inizia la transizione di fase in cui il pensiero logico, razionale e lineare tipico della veglia tende ad allentarsi, lasciando spazio a forme di pensiero più arcaiche.
I fenomeni autosimbolici sono composti da immagini ipnagogiche che si rivelano come rappresentazioni simboliche inerenti la vita della persona.
Ad esempio, la preoccupazione per un esame potrebbe in questa fase manifestarsi come una immagine in cui ti vedi correre su un’auto senza il volante verso un posto di blocco, senza aver la possibilità di fermarti o di controllare la direzione della macchina.
Se pensi che devi compiere un’azione, questa si manifesta in forma simbolica, associativa.
Hai intenzione di comunicare qualcosa a una persona perché sei preoccupato per lei, potrebbe emergere un’immagine in cui ti vedi mentre attraversi un ponte con un pacco in mano.
Il principio che compone i fenomeni autosimbolici è associativo e simbolico. Le forme assunte da questi contenuti sono le più svariate e fantasiose.
Proprio in questa fase di contatto tra il sogno e la veglia, dove si allentano le redini del pensiero logico razionale, può emergere nella sua piena espressione la creatività non lineare.
Lo vediamo meglio dopo.

La quarta fase ipnagogica: I sogni ipnagogici
Come hai visto nel grafico dei cicli del sonno, nella fase di addormentamento si scende direttamente nello stadio 4, si scivola cioè nel sonno profondo. Non si attraversa cioè una fase REM vera e propria. Eppure emergono, nella quarta fase dello stadio ipnagogico, dei fenomeni molto simili al sogno. Sono chiamati appunto sogni ipnagogici.
Sono una continuazione e un’intensificazione dei fenomeni autosimbolici della terza fase.
Sono caratterizzati da una maggiore staticità.
Il sogno ordinario è dinamico, c’è del movimento, “una storia” che si articola, mentre in questa fase le impressioni sono tendenzialmente più statiche, anche se questo non è un principio assoluto.
Qualche ricercatore sostiene i sogni ipnagogici sono del tutto sovrapponibili al sogno ordinario.
La cosa che certamente li differenzia è che, essendo questo tipo di sogno fatto in una fase di transizione di stato, è presente in modo del tutto naturale una certa dose di consapevolezza, che rende facilmente questo sogno “lucido”, o quantomeno “semi-lucido”.
Un sogno lucido è un sogno in cui sei consapevole di stare sognando.
Nella fase di addormentamento è certamente più facile accedere a questa esperienza, seppur brevemente perché si scivola in poco tempo nel sonno profondo. Riuscire a farlo in questa fase favorisce certamente l’emergere del sogno lucido nelle fasi del sonno REM.
Lo stato ipnagogico è una “palestra” in cui allenare la capacità di sognare lucidamente, cioè di mantenere la condizione di vigilanza consapevole anche nello stato di sogno.
Lo stato ipnagogico e la creatività
Molti artisti, scrittori e scienziati hanno fatto uso della condizione “alterata” dello stato ipnagogico per immettere carburante innovativo alle loro creazioni.
Dickens, Goethe, Brahms, Poe, Twain, Klee, Stevenson, Wagner, Edison, Dalì e molti altri hanno usato in modo esplicito l’ipnagogico per creare le loro opere.
Lo stato ipnagogico, nella terza e nella quarta fase, favorisce l’innovazione creativa.
Proprio perché l’elaborazione cognitiva scivola in uno stato associativo e simbolico, non è più limitata dai sistemi di riferimento convenzionali.
Come direbbe Kuhn, si esce fuori da quello che è il paradigma consolidato entro cui si elaborano le informazioni. Emergono in modo spontaneo le idee più improbabili, completamente irrazionali, innovative.
Sono, dal punto di vista della teoria della complessità, novità emergenti. Sono innovazioni qualitative rispetto allo status convenzionale. Emergono quando una massa critica di informazioni viene integrata in una sintesi innovativa.
Nella fase autosimbolica dello stato ipnagogico, nelle immagini che emergono c’è una miscela sinestetica dei vari canali sensoriali e cognitivi. Possono emergere immagini collegate a idee, formule matematiche associate a suoni, concetti combinati con emozioni e con esperienze di pura fantasia… questo “mescolamento” è un terreno fertile per il pensiero creativo.
Il principio sintetico e simbolico è lo stesso del sogno, ma nello stato di addormentamento è più facile cogliere queste creazioni perché c’è una traccia di consapevolezza legata allo stato di veglia che si trascina nella transizione.
Un grande inventore è famoso per aver sfruttato questa condizione per creare: Thomas Edison.

Si dice che Edison dormisse pochissimo, ma che faceva molti sonnellini durante il giorno. Quando si trovava di fronte ad un problema che non riusciva a risolvere, si metteva in poltrona e faceva un sonnellino, tenendo vicino a sé il suo blocco degli appunti e tenendo nelle mani due palline di acciaio.
Scivolando nel sonno le mani gli si aprivano, facendo cadere le palle di acciaio su due piatti messi esattamente di fianco alla sua poltrona, sotto la verticale delle mani. Cadendo sui piatti, le palle di acciaio facevano un rumore tale da svegliare Edison proprio nella transizione di fase tra la veglia e il sonno.
Destandosi in questa fase, poteva cogliere tutte le idee creative e associative dello stato ipnagogico. Molte delle sue brillanti idee sono sono state colte proprio in questo modo.
Come usare lo stato ipnagogico per il problem solving
Anche tu puoi sfruttare questo stato di transizione per essere più creativo. Forse non inventerai la nuova lampadina, ma certamente puoi fare un salto innovativo personale uscendo fuori dai tuoi schemi di ragionamento convenzionali.
Puoi usare questo metodo facendo un pisolino pomeridiano oppure nella fase di addormentamento serale.
- Prima di addormentarti impegnati attivamente sul problema che vuoi risolvere. Cerca di impregnare la mente di idee e di informazioni che riguardano il soggetto su cui vuoi portare l’attenzione. Leggi, studia, pensaci. Il tempo di questa fase è soggettivo, mezz’ora potrebbe essere sufficiente.
- Posiziona accanto al letto un block notes per prendere al volo le idee che coglierai.
- Punta un timer a 20 minuti.
- Rilassa il corpo e la mente e scivola nel sonno restando consapevole. Attraverserai le fasi dello stato ipnagogico, resta consapevole dei cambi di fase. Quando sei nella fase autosimbolica, cogli tutte le associazioni e le idee creative.
- Svegliati e scrivi immediatamente tutte le idee e le associazioni. Scrivi tutti i dettagli, senza cercare di elaborarli, giudicarli o analizzarli. In questa fase è importante fissare i dettagli prima che svaniscano. Ti concentrerai sull’analisi in una fase seguente.
- Se ti sei addormentato ti sveglierai con il timer. Registra immediatamente tutto quello che ricordi, senza elaborarlo o analizzarlo.
- Riesamina quello che hai scritto, cercando spunti creativi e innovativi. Forse i contenuti non sembrano direttamente connessi al problema. Cerca le connessioni, trova i significati, analizza e scava nei contenuti.

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Restare consapevoli durante l’addormentamento
Oltre alla stato di veglia, lo stato ipnagogico è il primo stato di coscienza da conquistare per stabilizzare la consapevolezza di sé attraverso gli stati di coscienza. Proprio per questo motivo la rubrica che stai leggendo parte da qui.

Stabilizzare la consapevolezza di sé vuol dire restare consapevoli durante i cambiamenti di stato. Riuscendo a farlo, stabilizzi il mozzo della ruota degli stati.
Ogni stato di coscienza può ricondurti a te, individuo consapevole dello stato. Quando, nel mezzo di uno stato di coscienza, divieni consapevole di “chi” lo esperisce, stai uscendo fuori dal contenuto di quello stato particolare, facendo un passo verso la transizione di fase successiva.
Per questo motivo ti invito ad impegnarti nel superare questo primo passaggio, cioè ti invito a provare a restare consapevole mentre ti addormenti invece di scivolare nell’oblio.
All’inizio può sembrarti uno sforzo innaturale, ma ti garantisco che con il tempo diventa del tutto naturale e divertente. E soprattutto ne ricaverai moltissimi stimoli creativi.
Puoi condividere nei commenti qui sotto la tua esperienza o le intuizioni che hai ricavato esplorando questo affascinante stato di coscienza.
Bibliografia
Jeff Warren – Dove hai la testa?
Andreas Mavromantis – Hypnagogia: The Unique State of Consciousness Between Wakefulness and Sleep
11 commenti su “Lo stato di coscienza ipnagogico [Rubrica stati di coscienza]”
Bravissimo, i sogni notturni sono molto importanti !
Si Roberto, concordo!
Lo stato ipnagogico è una transizione verso il sogno o il sogno lucido.
Hai letto gli articoli che parlano di questo?
Il sogno
I sogni lucidi
Trovi tanti spunti interessanti!
Ottimo articolo, complimenti, io sono solo tecnico di laboratorio biomedico, ma lavoro come falegname e imbianchino, e sono appassionato di musica e stereofonia.
Grazie per l’apprezzamento.
Complimenti per i tuoi variegati interessi/attività ;)
Buongiorno Dottore. Ultimamente soffro spesso di paralisi del sonno in cui avverto la presenza di uno o più entità nella mia stanza. È davvero spaventoso e faccio fatica a svegliarmi, tentando di urlare e muovermi senza riuscirci. La durata è di circa 5 minuti.
Ciao Chiara! Il fenomeno della paralisi del sonno è piuttosto comune, e può effettivamente spaventare, soprattutto quando è protratto a lungo (5 minuti sono tanti).
Ho scritto di questo nell’articolo sullo stato ipnopompico, trovi lì degli approfondimenti.
Ti invito ad affrontarlo come uno stato del tutto naturale, a rilassarti ed aprirti a quello che senti. L’impossibilità di muoversi può generare ansia, se viene resistita, quindi la chiave sta proprio nel rilassarsi e accogliere quello che accade. Quando lo fai diventa addirittura piacevole. Ricordo che anche io le prime volte che sperimentai quella condizione provai una sorta di inquietudine. Le presenze che avverti sono fenomeni comuni, sono percezioni costruite dal tuo sistema nervoso, quindi non preoccuparti per quello che percepisci, riconducilo a te.
Un modo per placare l’ansia della paralisi e per usare la paralisi del sonno come ponte di consapevolezza per stati di coscienza profondi è quello di tenere l’attenzione su di sé mentre si è in quello stato.
C’è molta differenza però se sperimenti questo stato al risveglio (ipnopompico) o durante l’addormentamento (ipnagogico). In quali fasi ti capitano?
Grazie!
Se non sono di disturbo, la vorrei contattare telefonicamente.
Organizza seminari?
Io vivo in Sicilia ed ho una sala dove organizzo dei corsi
Ciao Claudio. Volentieri, qui trovi i miei contatti.
Quella mattina si sveglio molto presto, la luce dell’alba filtrava attraverso le fessure dalla finestra.
Era ancora presto per alzarsi e prepararsi per andare a scuola. Fece per muovere il braccio, ma non
riuscì. Il suo braccio, come del resto tutto il corpo, erano come bloccati.
Fu subito in preda al panico, cerco di gridare, di chiamare la sua mamma, ma non riuscì ad
articolare neanche un suono.
Il panico era ormai diventato terrore. Poteva vedere tutto quanto nella sua stanza, ma il suo corpo
era un blocco di marmo.
Un pensiero si insinuò nella sua mente come ultimo tentativo di salvezza: “Se non posso chiamarla
ci andrò io stesso” disse tra se. A quel pensiero assurdo, seguì la consapevolezza che avrebbe
comunque potuto farlo.
Si alzo per andare, certo che sarebbe riuscito nel suo intento e infatti vi riuscì. Girato lo sguardo
però vide il suo corpo che giaceva ancora nel lettino… immobile. Si rese conto di galleggiare
nell’aria e passò sul lettino accanto, dove suo fratello dormiva ancora. Raggiunse la porta ed
attraversò il corridoio, poi oltrepassò anche l’uscio della camera dei suoi, che era ancora immersa
nel buio. A quel punto fu come risucchiato indietro e in pochi secondi ripercorse tutto a ritroso. Si
ritrovo nel suo lettino incredulo per quanto gli era successo.
Ciao Andrea, grazie per questo tuo commento. Non ho compreso se è un racconto di una tua esperienza o se si riferisce alla descrizione di qualcun altro (visto che è in 3a persona).
Ciao! Ho provato questo metodo per fare sogni lucidi ma purtroppo quando vedo le prime luci (del allucinazione) mi sono impacciato veramente tanto mi sono svegliato di colpo con un ansia terribile e ora ho paura a rifarlo potresti darmi qualche consiglio e magari risolvere la mia paura grazie