Esiste una epidemia dilagante: la solitudine.
Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: sono l’isolamento e l’incomprensione.
È paradossale, ma nell’epoca in cui siamo costantemente connessi agli altri digitalmente, ci sentiamo disconnessi umanamente. Pur stando in mezzo agli altri, pur avendo a disposizione chiunque a distanza di un solo clic, ci sentiamo isolati.
Potremmo incolpare la digitalizzazione per questa epidemia, ma a mio avviso sarebbe un errore superficiale. L’iper-connessione moderna ha solamente accelerato il manifestarsi di questo fenomeno, non ne rappresenta la causa primaria.
Esiste una cura per l’isolamento e la solitudine? Sì, è la comprensione.
L’isolamento è un effetto che si manifesta quando l’incomprensione entra nelle dinamiche umane. La cura – o l’antidoto – è l’esatto opposto, cioè la comprensione.

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Una soluzione concreta
Silvano Brunelli, nell’introduzione di questo splendido saggio, ha descritto un principio che mi ha colpito.
Il declino di una malattia inizia quando qualcuno scopre la sua cura.
Ci vuole certamente del tempo prima di debellarla, serve applicare quella cura per un tempo e in quantità sufficiente. Eppure, sebbene serva del tempo, si può dire che il declino inizia in quel punto, quando l’antidoto viene scoperto.
Con il suo Paradigma della comprensione Brunelli ci presenta, in una affascinante visione, una prospettiva inedita: la possibilità di invertire il trend dilagante dell’incomprensione e dell’isolamento.
Il Paradigma della comprensione è una panoramica delle interconnessioni che la comprensione compie in ogni aspetto dell’esistenza umana.
Dopo aver letto questo libro, non si può restare indifferenti alla questione. Brunelli ci porta, con il suo stile, a prendere posizione: ad originare un’intenzione di crescita verso una maggiore comprensione.
Ad applicare cioè, nella nostra fetta di mondo, l’antidoto all’incomprensione: la comprensione e la consapevolezza.
Cos’è un paradigma
Un paradigma è un modello di riferimento. È un modello interpretativo della realtà. Sono le lenti con cui interpretiamo ed entriamo in contatto con ciò che conosciamo. Questo agisce ad un livello talmente primordiale che generalmente non ne siamo consapevoli. Agisce silenzioso nel fornirci i riferimenti interpretativi della realtà.
Assumere un nuovo paradigma significa cambiare intenzionalmente il proprio modello interpretativo della realtà. Questo è il fine di questo saggio: darci una nuova lente. Più evoluta, più funzionale. Per noi e per le nostre relazioni.
Il Paradigma della comprensione
Cos’è il Paradigma della comprensione?
Questo modello di funzionamento della realtà ha tre punti cardine:
- Dare priorità alla comprensione
- Usare la comprensione come modello di funzionamento per il singolo, per i gruppi e per la società
- Concepire la relazione come il luogo dove avviene la comprensione
Ognuno di questi tre punti si collega all’altro, ed ha un’infinità di implicazioni reciproche.
Tutto parte dal riconoscere che la comprensione è un nostro bisogno fondamentale. Spesso ce ne dimentichiamo, e diamo priorità ad altre dinamiche di sopravvivenza. La comprensione passa in secondo piano, come qualcosa di accessorio.
In ogni capitolo il libro ci spinge a riconoscere gli innumerevoli vantaggi derivanti dal porre la comprensione al primo posto. Quella che istintivamente sembra una perdita dal punto di vista delle altre spinte umane, si rivela come un grande vantaggio evolutivo.
La comprensione e la consapevolezza
L’abilità di comprendere è proporzionale all’abilità di essere consapevole. E viceversa.
Questo assunto, nella sua semplicità e bellezza, è un principio guida del paradigma della comprensione.
Dal punto di vista logico è un lineare, suona bene, istintivamente appare corretto. Ma perché è così?
Brunelli ha studiato questo principio nei suoi seminari di ricerca e nell’arco dei suoi 30 anni di carriera ha potuto testarne la sua veridicità e comprenderne le innumerevoli implicazioni.
Per comprendere qualcosa, qualsiasi cosa, abbiamo bisogno di portarci attenzione.
L’attenzione è la base della comprensione.
L’attenzione è quella facoltà umana che permette di conoscere.
Là dove poggi l’attenzione, lì divieni consapevole.
Ma da dove origina l’attenzione? Dall’individuo consapevole di essere.
L’attenzione è l’organo di senso della consapevolezza. Detto altrimenti: l’attenzione è il tramite attraverso il quale la consapevolezza interagisce con il mondo esteriore e interiore.
Puoi poggiare l’attenzione su un oggetto fisico.
Sul tuo corpo.
Su un pensiero.
Su un’emozione.
Sull’altro essere umano.
Come una lampadina che emana luce, così l’attenzione, originata dalla consapevolezza, irradia e conosce i mondo.
In questo processo sta l’interconnessione tra la consapevolezza e la comprensione.
Tanto quanto comprendi il tuo corpo, la tua mente, le tue emozioni, l’ambiente che ti circonda, l’altro essere umano, tanto ne sei consapevole.
Se in queste dimensioni non hai comprensione, non ne sei consapevole.
Viceversa: per comprenderle, hai bisogno di portarci attenzione, e quindi consapevolezza.

La comprensione dell’individuo consapevole
C’è un tipo di comprensione particolare, inedita per molte persone: la comprensione dell’individuo consapevole.
L’attenzione ha una proprietà particolare: così come può poggiarsi su un oggetto e conoscerlo, così può poggiarsi sulla sua fonte. Ovvero l’individuo può invertire il flusso dell’attenzione e poggiarla su di sé, su colui che origina l’attenzione.
Come se i raggi luminosi della lampadina tornassero all’origine: invece di andare verso gli oggetti per conoscerli, tornano alla fonte per conoscere sé stessa.
Questa straordinaria capacità umana permette di accedere a un tipo di esperienza completamente diversa rispetto alle esperienze ordinarie.
Quando l’attenzione è convogliata attraverso gli organi di senso e di conoscenza verso qualche oggetto, avviene una conoscenza (o una comprensione) duale. C’è un soggetto che conosce qualcosa e ne diviene consapevole.
Quando l’attenzione viene retroflessa verso la sua fonte, si aprono le porte alla conoscenza diretta di sé, della fonte dell’attenzione. Ovvero dell’individuo consapevole di essere.
Non è un processo immediato. Affinché questo avvenga serve che l’attenzione sia tenuta su di sé per un tempo sufficientemente lungo, con intensità e purezza. Serve un contesto adeguato, come l’Intensivo sull’essere consapevole, studiato appositamente per accedere a questa conoscenza diretta di sé.
La piena integrità di sé apre le porte alla comprensione dell’individuo consapevole.
L’Individuo, riacquistando la piena consapevolezza, è in grado di riconoscere e discriminare l’individualità consapevole nell’altro essere umano. È una qualità di comprensione raffinata e preziosa.
Dall’integrità di sé nascono la piena libertà di scelta, la motivazione ad agire verso i propri fini, l’orientamento nella vita e nelle relazioni, la piena responsabilità delle proprie azioni.
Quando la comprensione dell’individuo consapevole si travasa nella relazione, si manifesta come la capacità di discriminare l’altro individuo rispetto al corpo e la mente, e con l’intenzione di creare un ponte di relazione con esso.
Da questa comprensione nasce il rispetto dell’altro e della sua libertà di scelta.
Sommarsi all’altro in questo modo apre all’appartenenza: io e te formiamo un noi che ci contiene. La collaborazione costruttiva diviene una naturale conseguenza.
Questa conoscenza si rivela come un vero e proprio salto evolutivo per colui che la sperimenta e per le sue relazioni.
La conoscenza oggettiva e soggettiva
Quando l’individuo pone l’attenzione verso fuori, accede alla comprensione della dimensione oggettiva, cioè capisce il mondo in cui vive: comprende come funziona e le leggi che lo governano.
Quando l’individuo pone l’attenzione dentro si conosce, cioè diviene consapevole del suo mondo interiore. Questa è una conoscenza soggettiva, completamente diversa da quella precedente.
Questi due tipi di comprensione sono entrambi indispensabili all’essere umano e vanno discriminate tra di loro.
Quando voglio comprendere il mondo fisico sto esplorando la dimensione oggettiva, userò il metodo scientifico.
Quando voglio conoscermi maggiormente userò l’introspezione e la comunicazione per divenire consapevole del mio mondo interiore.
Da leggere » Quadranti
La conoscenza soggettivamente assoluta
Come abbiamo visto l’auto-consapevolezza può rivolgere l’attenzione su di sé. Se l’attenzione viene introvertita verso l’origine dell’attenzione stessa, con intensità e purezza per un tempo sufficientemente lungo, l’individuo accede alla conoscenza diretta della sua singolarità.
La conoscenza diretta dell’Individuo consapevole ha un’altra natura rispetto alle precedenti: è soggettivamente assoluta.
Soggettiva perché è esperita dall’individuo.
Assoluta perché va oltre ogni dualismo: è la piena unione consapevole con sé stessi.
L’individuo, riacquista la sua integrità, va in unione con tutto ciò che percepisce.
Da questa conoscenza diretta di sé emerge un senso di libertà infinito. L’individuo riacquista la sua naturale capacità di duplicare in sé il suo universo percepito.
La dualità, il sentirsi separati, lascia lo spazio all’unione totalizzante. Riconoscendosi in ogni cosa, sgorga un amore spontaneo incontenibile per tutto.
Da leggere » La dimensione della consapevolezza
I quozienti di comprensione
Brunelli ci accompagna nel prendere consapevolezza, in ogni dimensione esistenziale, di quanto abbiamo compreso. Ovvero, di quanto siamo consapevoli in quell’area.
Per ogni dimensione vengono spiegate le dinamiche dell’inconsapevolezza, e viceversa quelle della comprensione.
Quanto e cosa abbiamo compreso di una dimensione esistenziale è una misura soggettiva, non è definibile dall’esterno. Brunelli lo definisce quoziente di comprensione.
L’autoanalisi che è possibile fare leggendo questa parte del libro è utilissima: definisce un punto di partenza (dove mi trovo ora) e una direzione evolutiva: cosa ho bisogno di comprendere di più? Come farlo?
Queste sono le dimensioni esistenziali trattate:
- Comprensione ambientale
- Comprensione biologica (corporea)
- Comprensione mentale
- Comprensione emozionale
- Comprensione dell’Individuo consapevole
- Comprensione relazionale
Pur distinte tra di loro, tutte le aree si compenetrano tra di loro. Sono come dei vasi comunicanti, e la consapevolezza è la sostanza che si travasa da un vaso all’altro.
Da leggere » La consapevolezza multidimensionale

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Originare l’intenzione
La conoscenza è utile solo quando chi la acquisisce prende posizione.
Ci sono saggi filosofici belli da leggere, ma che poi restano sterili.
Questo libro invece all’opposto è vivo e dinamico: lancia un’intenzione che arriva al cuore del lettore.
Dopo aver visto quanto sia di valore impegnarsi per portare più comprensione nella propria vita, il saggio conclude con uno slancio verso il prendere posizione.
Con lo stile tipico di Brunelli, i capitoli conclusivi ti portano a definirti: ora che hai compreso tutte queste implicazioni, chi vuoi essere? Cosa vuoi fare?
Assumi una posizione chiara, consapevole e intenzionale e comunicala agli altri. Poi agisci di conseguenza con piena responsabilità delle tue intenzioni.
Il primo passo per portare più comprensione e consapevolezza nella tua vita parte proprio dalla tua intenzione a comprendere.
Solo tu puoi originarla. Non può essere imposta da fuori.
La scelta è tua.
Sul sito Podresca Edizioni puoi acquistare il libro di Silvano Brunelli – Il paradigma della comprensione
4 commenti su “Il paradigma della comprensione di Silvano Brunelli [Recensione libro]”
Il motivo principale per cui sentendomi sopraffatta scelsi di spegnere quello che all’epoca definii “l’interruttore”, senza immaginare nemmeno lontanamente cosa avrebbe comportato, è stato proprio il rendermi conto che pur essendo naturalmente comprensiva verso il prossimo, ritenendo il bene comune più importante del mio, nel momento in cui, a più riprese, mi sono sentita incompresa e sfruttata senza alcuna remora da chi mi circondava per ragioni fondamentalmente futili, mi sono chiusa, completamente.
Caduta libera, oblio totale. Fu lì che iniziai a non riconoscermi più, dapprima prendendomela con il mondo intero, per poi spegnermi a poco a poco. Quando capii di avere un problema serio, e che autonomamente non ce l’avrei fatta, era ormai troppo tardi per chiedere aiuto. Mi ero data per persa ma grazie al cielo, il sostegno amorevole mi è arrivato nei modi più impensati, con un’assiduità e un’intensità che non avrei creduto possibili, finché, a fatica, non ho iniziato a risalire la china e a comprendermi, osservando quelle parti di me che non volevo vedere.
Bellissimo articolo.
Grazie per questa condivisione intima e personale Daniela.
Se ti è piaciuto l’articolo, ti piacerà sicuramente ancora di più il libro da cui è tratto, che ti consiglio caldamente.
Una delle cose che allora mi ripetevo spesso, prima del black out, era che credevo che anche gli altri avessero le mie stesse intenzioni… Convinzione che mi faceva dare per scontati e assodati tutta una serie di aspetti nel mio modo di comunicare.
Una cosa difficile da realizzare, ma che sento profondamente vera, è che a livello inconscio tutti abbiamo questa intenzione, comprendere ed essere compresi. Questo è ciò verso cui tutti tendiamo. Senza questo “telos” non esisterebbe la vita.
Riconoscere che anche quando veniamo feriti, dietro quel gesto c’è un “movimento dell’amore”, permette di accoglierlo e di andare oltre la superficie, in profondità con ciò che guida veramente gli accadimenti.