Se sommiamo tutto il tempo che un essere umano passa, nell’arco della sua vita, nel mondo dei sogni, raggiungiamo la strabiliante cifra di 6 anni.
Passiamo mediamente 6 anni della nostra vita sognando.
Per questo motivo è difficile concepire un percorso di crescita in consapevolezza che non prenda in considerazione l’aspetto onirico. Sarebbe incompleto e non porterebbe lontano.
Il contenuto dei sogni è materiale prezioso per divenire consapevoli di parti non integrate della nostra psiche. Un’operazione di svelamento e di presa di coscienza di queste parti permette di recuperare una integrità di sé sempre maggiore.
Ma non solo, i sogni sono anche molto di più di questo.
Da sempre i sogni hanno affascinato l’essere umano: sono stati fonte di ispirazione, di creatività e per qualcuno sono stati determinanti nei bivi esistenziali. Grazie ad un sogno dal forte impatto emotivo è possibile a volte prendere decisioni importanti in grado di determinare una direzione di vita.
Quello che accade in una notte di sonno insomma non è secondario rispetto a quello che accade di giorno nella condizione di veglia. Questi due mondi si possono incontrare e possono comunicare tra di loro, se lo spettatore si mette in ascolto con un’attenzione vigile e consapevole.
Cominciamo quindi il nostro viaggio alla scoperta del mondo dei sogni ponendoci una domanda apparentemente semplice: perché dormiamo?
Questo articolo fa parte della rubrica La straordinaria avventura tra gli stati di coscienza. Se non hai ancora letto l’introduzione, la trovi qui.

Perché dormiamo?
La risposta sembra scontata e banale: dormiamo per riposare.
In parte è un’affermazione vera, ma non dice tutta la verità sullo scopo del sonno.
Non tutta la notte di sonno ha lo scopo di recuperare energia. Ci sono infatti dei periodi in cui l’attività, sia del metabolismo che della mente, può essere equiparata a quella diurna.
La fase di sonno in cui sogniamo infatti è chiamata “sonno paradosso”, proprio ad indicare il paradosso di questa condizione particolare, in cui il consumo di ossigeno da parte del cervello è addirittura maggiore di quello da svegli.
Quindi, la risposta “dormiamo per riposare e recuperare energia” può essere presa valida, ma va estesa: perché durante il sonno sogniamo?

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Perché sogniamo?
La risposta a questa domanda è sicuramente più complicata di quella precedente.
Lo stato di sogno è simile a quello della veglia, con la differenza che l’occhio della consapevolezza è rivolto dentro. Gli stimoli sensoriali sono quasi completamente esclusi dall’elaborazione mentale, e la mente ha la possibilità di elaborare plasticamente i suoi contenuti.
Lo scopo di questa elaborazione è stato indagato nel corso della storia del genere umano, e svariate risposte sono state date al significato – e al perché – dei sogni.
Abbiamo scoperto che tramite il sogno si consolidano i ricordi, si elaborano i contenuti rimossi durante la veglia, si attingono informazioni in modo simbolico dall’inconscio personale e collettivo, ci si prepara alle attività diurne in un ambiente virtuale e sicuro.
Tutti questi aspetti del sogno sono da prendere in considerazione. Li vedremo uno ad uno in modo approfondito in questo articolo.
Sonno con sogni e Sonno senza sogni
Come abbiamo visto negli episodi precedenti della rubrica, in una notte di sonno attraversiamo, in cicli della durata di circa 90 minuti, una serie di stadi del sonno, a profondità variabile.

Nella prima parte della notte c’è una prevalenza del sonno profondo rispetto al sonno leggero.
I sogni avvengono prevalentemente durante il sonno leggero, nella fase cosiddetta REM, evidenziata in rosso nel grafico. (REM sta a significare “rapidi movimenti oculari”, lo vedremo meglio dopo).
Quindi una prima distinzione importante che possiamo fare, nell’esaminare il nostro vissuto di una notte di sonno, è quello di distinguere il sonno con sogni dal sonno senza sogni.
Oppure, come preferisce chi studia il sonno: il sonno REM dal sonno non-REM (perché alcuni tipi di sogni avvengono anche fuori dalla zona REM).

Mediamente un adulto, in una notte di 8 ore, passa da 1 ora e mezza a 2 ore nella condizione di sogno, concentrando questa attività nella seconda parte della notte.
In una notte di riposo abbiamo quindi soddisfatto entrambi gli scopi del sonno: il riposo e l’elaborazione-consolidamento dei contenuti mentali.
Le due condizioni sono davvero diverse tra di loro.
Nel sonno senza sogni abbiamo un cervello e una mente inattivi in un corpo mobile.
Nel sonno con sogni abbiamo un cervello e una mente attivi in un corpo paralizzato.
Nella tabella qui sotto ti riassumo le principali caratteristiche e differenze tra i tre principali stati di coscienza: lo stato di veglia, lo stato di sogno e lo stato di sonno senza sogni.

Prima di addentrarci nella parte che ci interessa di più, quella relativa ai contenuti in prima persona del sogno, vediamo cosa accade a livello fisiologico durante il sogno.

Cosa accade fuori
Lo studio del sogno da una prospettiva in terza persona è un grande campo di indagine che ha permesso di scoprire molti dettagli sul funzionamento neurofisiologico di questo stato di coscienza, e certamente ha ancora molto da dire.
Le onde cerebrali dello stato di sogno sono molto simili a quelle dello stato di veglia: un misto di onde alfa e beta e theta. In cervello è nel pieno della sua attività.

Il sonno REM è attivato un gruppo di neuroni del ponte che secernono il neurotrasmettitore acetilcolina. Questa attivazione stimola la corteccia cerebrale e la paralisi muscolare. L’attivazione del sistema visivo produce sia le immagini che i movimenti oculari.
Il modello neurofisiologico più attendibile rispetto al funzionamento cerebrale nel sonno è denominato modello di attivazione-sintesi.
I ricordi che vengono consolidati nel corso del sonno ad onde lente vengono riattivati durante il sonno REM e vengono elaborati assieme ad altri ricordi.
L’attivazione di questi meccanismi cerebrali produce immagini frammentarie e caotiche. Il cervello cerca di collegare queste immagini fra loro e di dare un senso creando o sintetizzandole in una storia plausibile.
In sostanza durante la notte il cervello mette in atto un funzionamento caotico allo scopo di mettere assieme i pezzi di quello che ha vissuto con quello che ha vissuto in passato.
La fase REM (il sogno) è una fase di attivazione, e quella di sonno profondo è una fase di sintesi, che alternandosi tra di loro permettono di attivare e di sintetizzare i contenuti mentali.
Il respiro si fa irregolare e il battito cardiaco segue l’andamento del sogno che stai vivendo.
Durante il sogno viene messa in atto una paralisi muscolare, cioè il corpo si immobilizza (atonia muscolare). Questo permette al cervello di elaborare nel sogno i movimenti fisici evitando che il corpo si muova seguendo i movimenti.
Solo due parti fisiche vengono escluse dalla paralisi: gli occhi e i genitali.
Gli occhi durante il sogno seguono il movimento della vista dentro il sogno, quindi si muovono velocemente inseguendo lo sguardo nella mente. Questo movimento è chiamato Rapid Eye Movement, cioè movimento oculare rapido, ed è un segnale esteriore che indica con alta probabilità che la persona sta sognando.
L’altra parte che non viene toccata dalla paralisi del sonno sono gli organi genitali. Non essendo muscoli, non sono inibiti. Negli uomini durante il sogno il pene facilmente ha un’erezione. Nelle donne il clitoride viene irrorato da una maggiore quantità di sangue e aumentano le secrezioni vaginali.
Questo fenomeno accade indipendentemente dal contenuto del sogno. Svegliarsi con un’erezione quindi non è necessariamente segno di avere fatto un sogno erotico, ma è semplicemente un effetto della fisiologia del corpo durante lo stato di sogno.
Abbiamo portato l’attenzione a ciò che accade fuori mentre sogniamo. Questo ci è utile per comprendere meglio ciò che accade in prima persona durante il sogno, quindi ora spostiamo l’attenzione dentro.

La teoria psicoanalitica dei sogni
Secondo molte teorie psicoanalitiche…
I sogni sono lettere inviate a sé stessi.
Il significato di questa affermazione è che, all’interno del sogno, l’inconscio mandi dei messaggi camuffati alla parte cosciente nel tentativo di rendere manifesto un contenuto non pienamente consapevole. Il movimento apparentemente caotico che emerge nel sogno dunque non sarebbe altro che una serie di contenuti espressi in modo simbolico, immaginativo, emotivo, di ciò che durante lo stato di veglia è stato bandito dalla consapevolezza.
Il sogno rappresenta in forma simbolica la realizzazione di un desiderio inconscio. Ciò che, per ragioni morali, viene represso, si ripresenta sotto forma onirica nel tentativo di trovare appagamento.
Il contenuto represso non viene manifestato apertamente nel sogno, ma viene in qualche modo alterato.
Per approfondire » I 6 tipi di inconscio
Infatti anche durante il sogno è all’opera un meccanismo inconscio di censura: la storia che viviamo nel sogno è il contenuto manifesto, ed è l’espressione inconscia, espressa simbolicamente, di un contenuto latente.
Il significato della “lettera inviata a sé stessi” dunque non andrebbe ricercato nel messaggio esplicito del sogno, ma nel contenuto latente.
Se si seguono le associazioni emotive tra i ricordi al di sotto delle immagini manifeste, allora le trame narrative posso iniziare ad emergere (lo vedremo meglio più avanti).
Freud nel suo saggio sui sogni ha cercato di delineare i meccanismi attraverso il quale l’inconscio, attraverso il lavoro onirico mette in piedi il suo teatrino notturno. Ha individuato una serie di principi operativi, utili nel risalire al contenuto latente e ad elaborare il sogno.
Nel sogno innanzitutto è attiva la condensazione: in un’unica immagine sono rappresentate diverse catene associative.
Il meccanismo dello spostamento poi, permette che gli elementi rilevanti del contenuto latente vengano rappresentati da dettagli minimi costituiti da fatti recenti e può così facilitare la traduzione in immagini dei pensieri del sogno. L’espressione immaginativa spesso ha, per questo motivo, un contenuto simbolico rilevante.
Infine, l’ultimo dei quattro meccanismi del sogno, è l’elaborazione secondaria, che opera soprattutto quando ci si trova vicini alla veglia e quando si racconta il sogno. Tramite questa elaborazione il sogno perde la sua apparenza di assurdità e di incoerenza.

All’interno del sogno
Ogni sogno è unico e originale, ma tutti presentano delle caratteristiche comuni. Vediamone alcune da una prospettiva in prima persona.
Come abbiamo visto l’elaborazione del sogno si presenta principalmente sotto forma di immagini e di emozioni.
Un primo aspetto che possiamo rilevare è che…
All’interno del sogno le immagini sono accessibili come contenuto, e non come contesto.
Ovvero l’immagine è elaborata in modo indipendente dal contesto che l’ha generata.
Un esempio di questo principio: se durante la veglia hai vissuto l’esperienza di stupore di fronte all’incontro inaspettato con dei delfini in viaggio in nave, in un sogno potresti trovarti un delfino nella tua vasca da bagno, e percepire che questo è assolutamente normale.
Questo esempio ci mette in luce un’altra caratteristica del mondo onirico:
nel sogno il pensiero critico viene meno.
Tutto quello che accade, per quanto sia strambo e surreale, è assolutamente normale o verosimile.
Un appunto su questo particolare: dal punto di vista neurofisiologico questo effetto è legato alla temporanea disattivazione della corteccia prefrontale (Questa informazione ci verrà utile nel prossimo appuntamento della rubrica quando affronteremo il sogno lucido).
Vediamo altri aspetti del mondo onirico:
Nel sogno viene meno la continuità degli eventi.
Nel sogno potresti tranquillamente passare dallo stare seduto sul divano nel salotto di casa tua alla cabina di pilotaggio di un aereo. Gli eventi e le immagini associate possono non essere continui. Così come possono non essere continui il tempo e lo spazio.
Nel sogno l’orientamento nel tempo e nello spazio non è vincolante.
L’associazione nei sogni del tutto casuale, non è vincolata a continuità temporale o spaziale. Cioè in un sogno può emergere il vissuto di un evento dell’infanzia e subito dopo un’immagine della giornata appena trascorsa, o viceversa.
Gli eventi dei sogni, relativamente a questo aspetto, spesso presentano una successione associativa estrema: se in una scena viene messo in primo piano un particolare, quello diventa immediatamente il centro di gravità narrativo per la scena che segue.
Tutto quello che emerge viene preso per veritiero, non è messo in discussione.
Possiamo riassumete tutte queste caratteristiche dicendo che…
Nel sogno la mente opera “momento per momento” prendendo per verosimile tutto quello che incontra , senza pensiero critico, senza vincoli temporali o spaziali o di continuità.

L’elaborazione durante il sogno
Nel sogno frammenti di ricordi, di immagini, di materiale più o meno remoto vengono riattivati e sintetizzati assieme a quello che già è presente nella banca dati della nostra memoria.
In questa costruzione di associazioni si è potuto vedere che all’inizio della notte, cioè nei primi sogni, vengono riattivati i ricordi più recenti, mentre nei sogno fatti verso la fine della notte emerge il materiale più remoto.
Il sogno da questo punto di vista si presenta come uno strumento di apprendimento e di consolidamento dei ricordi.
Nel sogno i ricordi vengono integrati e consolidati tramite la costruzione di associazioni con quelli già consolidati.
In questo passaggio, non solo viene integrato il ricordo, ma viene elaborata anche l’emozione ad esso associata.
Una funzione del sogno dunque è quella di facilitare e consolidare l’apprendimento. Durante il sogno possiamo sedimentare le nuove conoscenze apprese durante la veglia.
In studi in laboratorio si è visto che gli studenti universitari presentano una quantità di sonno REM maggiore durante gli esami proprio perché hanno più contenuti da immagazzinare.
Viceversa, studi sulla deprivazione del sonno REM hanno dimostrato che quando a una persona viene tolta questa fase del sonno, fa più fatica ad apprendere nuovi compiti.
L’elaborazione del sogno, oltre a consolidare le nuove esperienze e i ricordi, ha anche una funzione preparatoria alla veglia.
Nel sogno infatti vengono consolidate attività importanti per la sopravvivenza. Secondo una recente teoria evoluzionistica, il sogno si presenta come un gigantesco simulatore virtuale in cui provare a vivere le esperienze potenzialmente pericolose. Si tratta di esperienze codificate geneticamente che sono importanti per la sopravvivenza.
Il sogno permette di provare ad affrontare queste situazioni di vita e di morte in modo simulato e protetto, così da essere più preparati durante la veglia nelle situazioni di reale pericolo.

Il sogno dei bambini
Possiamo trovare una sintesi delle due funzioni appena viste, apprendimento e preparazione alla veglia, nel sonno dei bambini.
Un adulto mediamente passa da un’ora e mezza a due ore di sonno sognando, mentre
un neonato, che dorme mediamente 16 ore al giorno, passa nella fase di sogno fino alla metà del suo sonno.

Ben 8 ore del sonno di un neonato sono nella fase del sonno REM.
I bambini piccoli dormono tanto perché per loro tutto è nuovo e dunque ogni esperienza ha bisogno di essere integrata ex novo.
Crescendo la durata del sogno diminuisce perché il bisogno di consolidare le esperienze cala: le esperienze plasmano sempre meno la struttura della mente.
Crescendo i ricordi si consolidano, la mente si struttura ed è meno permeabile al cambiamento in funzione delle nuove esperienze.
Il sogno dei bambini è diverso da quello degli adulti, non solo per la durata temporale.
Innanzitutto è più breve. Dura di più come quantità globale di sogno nell’arco della giornata, ma dura di meno come durata del singolo sogno.
Oltre a questo, il sogno dei bambini è meno complesso, ed è composto prevalentemente da immagini statiche. I sogni si presentano privi del sognatore, cioè è assente un senso di sé vissuto in prima persona.
Nei primi stadi evolutivi ancora il senso di sé non è ben differenziato nelle sue componenti somatica ed emozionale, quindi i bambini vivono in una condizione indifferenziata, sia nello stato di veglia che in quello di sogno.
Per lo stesso motivo spesso le emozioni sentite durante il sogno sono vissute da parte del bambino in modo intenso e drammatico.
Per approfondire » Evoluzione della coscienza

Messaggi dall’inconscio
Che siano esperienze che si stanno registrando nella banca dati della tua memoria, o che siano prove virtuali in preparazione a qualcosa che compirai nello stato di veglia, i contenuti del sogno sono elementi inconsci su cui portare consapevolezza.
Sono contenuti inconsci che devono divenire consapevoli per essere integrati.
Per decodificare questi messaggi dall’inconscio serve avere innanzitutto un codice di interpretazione.
Codice pre-verbale di interpretazione
Il codice per decifrare i sogni non va pensato come una codifica logica e lineare tra il contenuto del sogno e il suo significato.
Il codice di accesso al significato del sogno è la comunicazione pre-verbale del sogno.
Non esiste un passaggio lineare e razionale di interpretazione.
Mi spiego con un esempio: supponiamo che tu abbia sognato di cavalcare un cavallo. Per comprendere il messaggio di questo sogno non serve un codice esterno che ti dia il significato di cavalcare il cavallo. “Ho sognato di cavalcare > allora significa che…”
I punti essenziali per decodificare il sogno sono due.
Il primo è sintonizzarsi con il linguaggio del sogno.
Il sogno ha una forma istintuale, emotiva, immaginativa.
I messaggi del sogno arrivano da una coscienza pre-linguistica, cioè che precede l’emergere del linguaggio verbale.
I messaggi del sogno hanno una forma primitiva, senza alcuna accezione negativa relativa al termine.
Per comprenderli serve dunque che chi ha fatto il sogno si sintonizzi su queste modalità, cercando di non razionalizzare il contenuto del sogno.
E qui entra in gioco il secondo elemento essenziale nel decodificare il sogno: colui che sogna è l’unico che può accedere a questo livello di decodifica.
Decodifica personale e soggettiva
Non ha senso chiedere a qualcuno a qualcun altro: “ho sognato questo, cosa significa secondo te?”
Solo tu che hai fatto il sogno puoi accedere al tuo livello istintuale e decodificare, tramite quel linguaggio pre-verbale e immaginativo, il tuo personale significato del sogno.
Ciò non toglie che tu possa chiedere a qualcuno che ti aiuti, semplicemente comprendendoti e facendoti delle domande, a elaborare il tuo sogno. Ma nessuno può elaborare un significato al posto tuo, questo passaggio può essere fatto solo in prima persona.
Tornando all’esempio del sogno di cavalcare un cavallo. Quale potrebbe essere il messaggio? Potrebbe essere un desiderio di un senso di libertà, potrebbe essere un segno di ricerca di potenza, di dominio dei propri istinti animali, il cavalcare la propria sessualità, ancora potrebbe essere il desiderio di esprimere la propria fisicità… e così via.
Le interpretazioni verbali di un sogno sono infinite. Solo colui che ha fatto il sogno può accedere al messaggio pre-verbale e istintivo che è contenuto nel sogno.
Sono tutte parti di te
Oltre a questi due aspetti, per decodificare il messaggio del sogno serve mettersi nella posizione in cui…
ogni parte rappresentata nel sogno va vista come una parte di sé stessi.
Se hai sognato di giocare assieme tuo fratello da bambino, dovresti accedere a questo contenuto dalla posizione: tu che giochi con te stesso. Per cui ogni azione, gesto o comunicazione non vanno interpretati come se ci fossero due o più individui in interazione, ma come una sola entità che si manifesta in un gioco di ruolo.
Questo aspetto è importante e spesso sfugge nell’osservare il contenuto del sogno. La forma che l’altro può assumere nel sogno può carpire l’attenzione facendoti credere che ci siano due entità in gioco, in realtà non è così. Il sogno è una costruzione che tu fai, in te stesso, con te stesso, tramite parti di te cercano di divenire consapevoli.
Tenere questo punto di vista è certamente utile per la decodifica del messaggio del sogno.

La realtà del sogno
Nell’epoca in cui viviamo c’è una contrapposizione culturale tra ciò che è considerato “reale” e ciò che è considerato “non reale.” Il sogno e il suo contenuto è visto come irreale, inconsistente, mentre la realtà da svegli è considerata come l’unica cosa reale.
È una contrapposizione logica tra l’esperienza in due diversi stati di coscienza: nello stato di veglia c’è continuità nello spazio e nel tempo, nello stato di sogno non esiste questa continuità. La conseguenza logica è “il sogno non è reale.”
Per approfondire » Assolutismi
Ma è davvero così?
Dovremmo interrogarci su ciò che è reale e ciò che non lo è.
Potremmo dire che esiste una realtà fisica ed esiste una realtà non fisica.
Così come esiste il computer su cui sto scrivendo, così esiste l’immagine mentale che ora sto pensando: un gatto che gioca con il gomitolo rosso. Esiste nella mia mente mentre lo penso. Non è tangibile, non è concreta, ma esiste. Esiste nella mia mente.
Il sogno si manifesta, dal punto di vista soggettivo, nella realtà non fisica, cioè nella tua interiorità.
Eppure, ha un correlato fisico: l’elaborazione cerebrale che compie il tuo sistema nervoso durante il sogno. Può essere misurata e studiata, esiste oggettivamente. Entrambe queste dimensioni sono esistenti. Sono qualitativamente diverse tra di loro, ma entrambe esistono.
Per approfondire » Quadranti
Dal punto di vista dell’individualità consapevole (ciò che sei) il sogno è tanto reale quanto la realtà da svegli. Entrambe queste dimensioni sono, dal punto di vista soggettivo, costruzioni del tuo Sistema Nervoso. E come tali dovrebbero essere considerate per evolvere la tua struttura di coscienza.
La veglia e il sogno sono due stati di coscienza diversi, quindi presentano caratteristiche e modalità di elaborazione diverse, ma entrambe queste realtà sono, per te che le sperimenti, ugualmente esistenti e reali.
Citando lo studioso Stephen LaBerge:
Il sogno è una forma di percezione non limitata dall’apporto sensoriale, e la percezione [da svegli] è un sogno costretto nei limiti di ciò che perviene attraverso i sensi.

Lavorare con i sogni
Ti ho presentato una serie di punti di vista differenti su quello che è il mondo dei sogni, le sue funzioni e i suoi scopi. Tutti hanno qualcosa di valido da dirci a questo proposito.
Il passaggio da fare ora è quello di metterli tutti assieme e creare un tuo punto di vista che sia utile alla tua crescita in consapevolezza, perché questo è lo scopo finale di acquisire una nuova conoscenza in questo campo.
Analizzando il percorso verso una maggiore consapevolezza si è notato che il baricentro della vigilanza consapevole tende progressivamente a spostarsi dal mondo della veglia al mondo dei sogni. Significa che la persona, invece di cadere nell’oblio del sonno, tende a mantenere una vigilanza consapevole attraverso i vari passaggi di stato.
Se ricordi abbiamo già incontrato questo aspetto quando abbiamo parlato dello stato ipnagogico. Qui il tragitto prosegue, il baricentro si sposta ancora di più nel mondo onirico.
Questo è il passaggio che ci interessa:
Per usare i sogni a scopo evolutivo serve apprendere come mantenere sempre di più vigilanza consapevole attraverso lo stato di sogno.
Sottolineo la parola attraverso, perché si tratta di un passaggio in una progressione. Questo passaggio non è fine a sé stesso, è solo una delle tappe che incontrerai.

Un altro aspetto importante del lavoro con i sogni è che hai bisogno di portare attenzione ai contenuti dei sogni, per integrarli e divenire sempre più consapevole di questi messaggi dall’inconscio, ma non è questo lo scopo primario.
Portare l’attenzione ai contenuti del sogno serve a spostare la consapevolezza nello stato di coscienza del sogno.
Il contenuto dei sogni è secondario rispetto a questo scopo.
Il fine è quello di esplorare in modo consapevole lo stato di sogno, indipendentemente dal suo contenuto. Per fare questo serve concepire lo stato di coscienza del sogno come una realtà da conoscere, equivalente a quella dello stato di veglia. L’attenzione e la curiosità deve rivolgersi ai contenuti del sogno per comprendere l’essenza dello stato.
Integrare i contenuti del sogno serve a integrare lo stato di coscienza del sogno.
Per ora questo è il passaggio da compiere: cerca di ricordare sempre meglio i tuoi sogni.
Nel prossimo appuntamento della rubrica affronteremo il sogno lucido, e quindi avremo modo di approfondire questo aspetto. Se hai una buona capacità di ricordare i tuoi sogni, l’accesso al sogno lucido sarà facilitato.

Perché ci dimentichiamo dei sogni
Ci sono vari motivi per cui il sogno non viene ricordato. Come sempre, prima osserviamo la questione dal punto di vista fisiologico e funzionale, poi da questo andiamo ad estrapolare le nostre conseguenze dal punto di vista soggettivo.
La fisiologia del ricordo del sogno
Analizzando le funzioni cerebrali, si nota che durante il sonno REM le funzioni che determinano il ricordo consapevole generalmente non sono attive.
Per instaurare un ricordo l’ippocampo deve comunicare con la corteccia prefrontale, ed è esattamente quello che avviene durante il sonno non-REM (generalmente privi di sogni). Durante il sonno con sogni queste due strutture cerebrali non comunicano, per questo la maggior parte dei sogni tende a svanire al risveglio.
Un altro motivo per cui non si ricordano i sogni è determinato dal momento del risveglio: se ti svegli in una fase non-REM, è più difficile ricordarti il sogno.
Questo si verifica di solito in caso di sveglia artificiale. Nel sonno indisturbato generalmente è il contrario, il risveglio spontaneo avviene naturalmente appena dopo la fase di sogno, perché è uno stadio del sonno più leggero e quindi più soggetto a portare al risveglio. Se ti svegli subito dopo un sogno, è più facile ricordartelo , se ci porti l’attenzione (vedi dopo).
Altro effetto legato al momento di risveglio: i sogni della prima parte del sonno sono più soggetti ad essere dimenticati, mentre quelli più vicini alla veglia si ricordano più facilmente.
Il motivo è legato alla durata temporale del sogno, che con il passare delle ore di sonno sia allunga rispetto al sonno senza sogni.
È stato dimostrato che il ricordo del sogno è associato ad un’onda cerebrale lenta, chiamata theta.
Quando è presente quest’onda nella corteccia frontale, assieme alle altre onde tipiche del sogno, la persona è in grado di ricordare il sogno.
Questo è lo stesso meccanismo che si riscontra anche per la cosiddetta memoria episodica durante lo stato di veglia.
Sono gli stessi meccanismi che ti consentono di essere consapevole durante la veglia che ti consentono di ricordare il sogno.
La consapevolezza nel sogno
Tutti gli aspetti visti prima sono un riflesso fisiologico del grado di consapevolezza che tu porti con te nello stato di sogno.
Il ricordo del sogno è legato alla qualità e alla quantità di attenzione consapevole che tu sei in grado di sostenere nella veglia e nelle transizioni tra lo stato di veglia e quello di sogno.
Tanto più sei consapevole durante la veglia, tanto più sei in grado di portare la testimonianza consapevole nello stato di sogno, e di conseguenza anche di ricordare i sogni.
Se la tua attenzione è frammentata, discontinua e poco sostenuta con l’intenzione, fondamentalmente ti mancano le risorse cognitive per ricordare il sogno.
Per approfondire » I 4 stadi di sviluppo dell’attenzione
Interferenze chimiche
Proprio perché la capacità di ricordare i sogni è legata alla capacità di essere consapevoli, tutto ciò che interferisce con il grado di consapevolezza da sveglio interferisce anche con la capacità di ricordare il sogno. Le sostanze che agiscono sul sistema nervoso interferiscono con questo processo.
Alcool, droghe, caffè, eccitanti, sonniferi, psicofarmaci… sono tutte sostanze che in qualche maniera alterano il delicato equilibrio del sistema nervoso e a volte impediscono completamente l’accesso cosciente al sogno.
È vero anche che ci sono alcune sostanze che facilitano il processo, ma le vedremo nel prossimo appuntamento, quando studieremo il sogno lucido.
Per fortuna, eliminando le interferenze chimiche e adottando i dovuti accorgimenti, tutti siamo in grado aumentare il ricordo dei sogni.
Vediamo come.

Come ricordare i sogni
Per ricordare i sogni c’è bisogno di pazienza, di fiducia e di strategia. L’approccio “tutto e subito” non funziona, anzi ha l’effetto opposto. L’invito è quello di affrontare la notte di sonno con curiosità e apertura, essendo fiduciosi che tutti, salvo impedimenti neurologici, possono ricordare i sogni.
Vediamo alcuni accorgimenti strategici per facilitare questo processo.
Prepararsi
La preparazione al ricordo consiste nel creare una corretta impostazione mentale. Sostanzialmente serve mettere in discussione le tue credenze limitanti riguardo la tua capacità di ricordare i sogni.
Se ci sono convinzioni del tipo “non sono capace di ricordare i miei sogni”, queste vanno comprese e lasciate andare, aprendosi con fiducia all’opposto. Serve ciò avere un atteggiamento positivo sulla possibile riuscita del ricordo dei sogni. Con i dovuti accorgimenti puoi ricordare i sogni, anche se non l’hai mai fatto.
Comunica a chi ti può comprendere tutte le tue credenze limitanti su questo aspetto e lasciale andare. (Se vuoi, puoi scriverle anche nei commenti all’articolo qui sotto.)
Durante il giorno
Durante la giornata cerca di coltivare una qualità dell’attenzione sempre maggiore. Cerca di evitare le attività in multitasking, le continue interruzioni e distrazioni mentre fai qualcosa.
Cerca se ti è possibile di mantenere una parte di attenzione su di te, mentre fai le tue faccende quotidiane. Mantieni l’attenzione non solo su quello che stai facendo, ma anche su chi lo sta facendo.
Porta più consapevolezza in ogni gesto e in ogni interazione.
Evita il più possibile le interferenze chimiche.
Cura l’ambiente in cui dormirai con una corretta igiene del sonno e cerca di andare a dormire quando non sei esausto o esausta.
Diario dei sogni
Tenere un diario dei sogni è un incredibile strumento per facilitare il ricordo dei sogni. Anche semplicemente questo accorgimento incrementa tantissimo la capacità di ricordo.
Il diario dei sogni dovrebbe essere sempre pronto sul comodino, e mentre ti stai addormentando dovresti sentire che al risveglio avrai qualcosa da scriverci sopra. È un’intenzione (vedi dopo) che metti in atto associandola alla presenza del diario, che agisce quindi come rinforzo positivo all’intenzione.
Il diario è meglio che sia cartaceo.
Ti sconsiglio ogni dispositivo elettronico perché questi interferiscono con il riposo notturno. Se ti svegli a metà notte e scrivi su un tablet (ad esempio), poi fai più fatica ad addormentarti. Meglio dunque un quaderno o un semplice notes.
Nel compilare il tuo diario, scrivi sempre in prima persona e utilizza il tempo presente.
È utile scrivere anche la data in cui hai fatto il sogno e, come appunto aggiuntivo, se il sogno è collegato a qualche evento particolare della tua vita.
L’intenzione
Durante l’addormentamento cerca di mantenere alta la vigilanza consapevole.
Tutti gli accorgimenti che abbiamo visto per lo stato ipnagogico valgono anche in questo caso, per cui ti invito a dare una rilettura a questo stato di coscienza per conoscerlo meglio nelle sue quattro fasi.
Porta consapevolezza allo scopo del tuo sonno. Non ti stai addormentando solo per riposare, ma stai andando ad esplorare il mondo del sonno anche per sognare e per essere consapevole del contenuto del sogno.
Mentre ti addormenti, mantieni un’intenzione positiva sul fatto che ricorderai il sogno.
Se ti è utile potresti anche ripetere delle affermazioni, come ad esempio: “Sono certo/a che al risveglio mi ricorderò quello che ho sognato”. L’importante, al di là dell’affermazione, è l’intenzione. Se l’affermazione mentale è ripetuta meccanicamente, non produce alcun effetto.
Quello che produce l’effetto è l’intenzione.
Quindi, se ti basta collegarti all’intenzione per attivarla, è sufficiente questa. Se non riesci a collegarti con l’intenzione, puoi usare un’affermazione con lo scopo di generare un’intenzione.
Al risveglio
Il risveglio, sia che avvenga durante la notte che al mattino, è un momento delicato. In un attimo il ricordo del sogno svanisce.
L’invito è quello di non muoversi, fare meno movimenti fisici possibile, mantenendo gli occhi chiusi. L’attenzione deve essere rivolta tutta al tentativo di ricordare i frammenti del sogno.
A volte basta ricordare un solo elemento per mettere assieme tutta la catena associativa del sogno.
Non portare l’attenzione a quello che ti attende nella giornata, tieni l’attenzione dentro tentando di ricordare il sogno.
Solo quando hai la trama del sogno abbozzata nella mente, apri gli occhi e scrivila nel tuo diario.

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I tuoi sogni
Spero con questo articolo di averti dato degli spunti utili per comprendere meglio il mondo onirico, e soprattutto di avere stimolato la tua curiosità ad esplorare in modo intenzionale e consapevole questo importante aspetto della tua interiorità.
Come hai potuto vedere, c’è tanto da scoprire.
Il prossimo appuntamento sarà strettamente connesso a questo: affronteremo il sogno lucido. Ti invito ad iscriverti alla newsletter per leggere l’articolo appena sarà pronto.
Nel frattempo, cerca di ricordare sempre di più i tuoi sogni con tutti gli accorgimenti che abbiamo visto in questo lungo articolo. Questa preparazione sarà il terreno di partenza per fare un buon lavoro con il sogno lucido.
Nel frattempo, se hai piacere, puoi condividere tramite i commenti dell’articolo la tua esperienza. È un modo utile e costruttivo per mantenere attiva l’intenzione e per lavorare insieme.
Bibliografia
Jeff Warren – Dove hai la testa
William Dement – Il sonno e suoi segreti