L’aspetto emozionale è un tassello fondamentale della crescita interiore. Rappresenta le fondamenta sulle quali poggia l’integrazione successiva che si articola su più livelli, via via più complessi e delicati.
Se queste fondamenta non sono saldamente costruite, quello che viene dopo risulta potenzialmente compromesso.
Quando le emozioni non sono gestite correttamente, quello che emerge è un insieme di emozioni che ristagnano: bussano ripetutamente alla porta della consapevolezza per essere integrate. Spesso si ripresentano sotto forma di schemi emozionali, o anche sotto forma di una singola emozione (spesso giudicata come negativa), che frenano e ostacolano la crescita.
Quello che accade è che spesso, nonostante l’impegno personale nel cercare di andare oltre questi schemi, essi si ripresentano.
Cambiano le situazioni, ma si ripresenta il medesimo schema emozionale.
Perché accade questo?
Uno dei possibili motivi è che si sta trattando un’emozione secondaria, senza attingere alla sua fonte, cioè l’emozione primaria che l’ha originata.
Esistono delle emozioni stratificate, in cui una è il riflesso di un’altra messa in ombra..
Quando le emozioni si stratificano, tu senti quella che sta sopra, e non hai accesso a quella che sta sotto.
L’articolo che stai leggendo parla proprio di questo: di come svelare una falsa emozione e di come attingere all’emozione primaria. Tramite il processo di trasmutazione delle emozioni, puoi accedere all’energia libera trattenuta alla base di questa emozione.
Prima di affrontare direttamente le emozioni, lascia che ti spieghi brevemente il concetto psicologico di “ombra”.

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Ombra
Il termine ombra, in campo psicologico, è usato per definire quella nostra parte mentale ed emozionale che non è direttamente accessibile alla consapevolezza. È un’area mentale inconscia che racchiude un vasto insieme di pensieri, sentimenti e dinamiche che agiscono in modo autonomo.
Noi ne sentiamo il riflesso, a volte subendone le conseguenze.
Infatti questo insieme di dinamiche in ombra può agire sul comportamento deviando l’intenzionalità dell’individuo.
L’ombra è per definizione il regno dell’oscurità e di ciò che rifiutiamo poiché non ci piace o non ci fa essere a nostro agio con noi stessi o nei confronti degli altri. Spesso in essa si racchiudono emozioni giudicate come fortemente negative.
Tramite una serie di meccanismi psicologici di difesa, invece di accedere in modo completo alle emozioni, sentendole e vivendole pienamente, queste vengono segregate in uno spazio psicologico inconscio.
Le emozioni, quando vengono deviate in questo spazio psichico inconscio, non cessano di esistere: semplicemente restano separate dall’accesso cosciente da uno strato di resistenza.
Il sentire l’emozione può venire deviato in vari modi: può essere congelato, represso, negato, distorto.
Quando questo accade,
Quando un’emozione è messa in ombra, non sentiamo più l’emozione originaria, ma ne subiamo l’emanazione.
Questa emanazione ha effetto sul pensiero, sul comportamento e a volte nella genesi di emozioni secondarie, che definiamo in questo articolo come “false emozioni.”
È falsa perché è solo un effetto di un’emozione più profonda non sentita completamente.
Proprio su questo punto si commettono spesso molti errori.
Vediamo subito quello tipico.
Da leggere » I 6 tipi di inconscio
Un errore comune
Un errore comune nel cercare di affrontare il proprio mondo emozionale è quello di cercare di fare qualcosa con l’emozione secondaria, cioè con la falsa emozione.
Questo è un sentire che va riconosciuto e validato completamente, con il solo scopo di accedere a quello che sta sotto, l’emozione primaria.
Un errore piuttosto comune nel gestire le emozioni negative sta nel tentare di alterare il sentire.
Alterandolo mantieni in vita proprio la barriera che tiene l’emozione primaria in ombra, quindi continui ad alimentare il meccanismo.
Facciamo un esempio: se senti tristezza immotivata per un lungo periodo di tempo, potrebbe essere che questa sia un’emozione secondaria generata dal reprimere la rabbia (vedi lo schema più avanti).
Tentare di modificare la tristezza, convincendosi di essere felici e gioiosi o cercando alterare il pensiero in modo positivo per convincersi di non essere tristi, non fa altro che mantenere in vita il meccanismo che ha generato questa tristezza pervasiva e permanente.
Vedremo più avanti come questa situazione può essere affrontata integrando l’ombra originaria.
Falsa Emozione
Cos’è dunque una falsa emozione?
Una falsa emozione è un’emozione che è emanazione di un’altra emozione messa in ombra.
Potenzialmente tutte le emozioni possono soggiacere a questo meccanismo, ma per fortuna non tutte le nostre emozioni ricadono nella dinamica qui descritta.
Nello schema qui sotto, reso semplice per chiarezza espositiva, ti ho elencato alcuni esempi di falsa emozione.

Serve a questo punto fare una precisazione importante: la definizione “falsa emozione” non dovrebbe farti cadere nell’errore di considerare quest’emozione irreale. Per chi la sperimenta, che sia un’emozione secondaria o primaria, questa è altamente reale.
Per chi la sperimenta, che sia una falsa emozione o un’emozione primaria, questa è altamente reale. Il sentire è sempre autentico.
Mantenendo l’esempio di prima: se stai vivendo tristezza come emozione secondaria, questa è autentica, ti senti autenticamente triste. Non puoi etichettare quello che senti come “falso” e risolvere la questione in questo modo. Quello che senti è vero. E va riconosciuto come tale.
Semplicemente va svelato quello che sta sotto, la vera emozione, o l’emozione originaria se preferisci chiamarla così.

Lavorare con le emozioni
Un autentico lavoro interiore sulle proprie emozioni avviene tramite lo svelamento dell’ombra.
Portare alla luce le emozioni congelate, represse, negate o distorte permette di:
- liberare la potenza del proprio sentire;
- accedere ad un profondo radicamento corporeo;
- attingere ad una autentica vitalità;
- sviluppare a pieno la propria capacità di provare empatia;
- Porre le basi per un processo integrativo sano.
Tutto questo si traduce in una profonda autenticità, non solo emozionale, ma che coinvolge tutta la persona nella sua interezza.
Possiamo riassumere il lavoro interiore sulle emozioni scomponendolo in una sequenza in 3 stadi:
- Svelamento dell’emozione messa in ombra
- Trasmutazione dell’emozione primaria
- Liberazione dell’energia trattenuta
Sono due i passaggi integrativi in sequenza.
Il primo apre la porta all’emozione primaria.
Il secondo ti permette di accedere all’energia grezza che è trattenuta nell’emozione primaria.
Per comprendere come funziona il processo di integrazione dell’ombra serve comprendere come questa si è generata. Compreso il processo dissociativo, è possibile comprendere come fare il processo inverso.

La genesi dell’ombra
Quando un evento, un impulso personale, un’emozione, un pensiero va oltre la soglia di tolleranza e di accettazione personale o sociale, questo viene messo “fuori dai confini dell’io.”
In una personalità integrata questi impulsi o pensieri o emozioni sono posseduti e riconosciuti come propri. Quando però sono troppo intensi, o non accettati per qualsiasi motivo, vengono messi fuori dal confine psichico di identificazione, e vengono riconosciuti come “non me”.
Questi poi vengono proiettati su qualcosa, su una persona o sulle persone, su un oggetto, su un evento, sulla vita in generale. L’oggetto viene “colorato” da questo vissuto personale dissociato.
Il passaggio poi può proseguire oltre nel negare totalmente il vissuto originario, perdendo il contatto con il sentire originale.
Il processo dissociativo ha dunque due passaggi: dapprima tramuta un vissuto in 1a persona in uno in 2a persona, e poi in 3a persona (da un io, a un tu, ad un esso).
Facciamo un esempio per comprendere meglio questi concetti.

Un esempio: la dissociazione della rabbia
1. Identificazione in prima persona
La rabbia, prima di essere dissociata, è posseduta in prima persona: viene riconosciuta come sé stessi o come una propria parte. Senti rabbia, ed è la tua rabbia. La possiedi, è tua.
Se questo vissuto è accettato e sostenuto, il processo dissociativo non accade. Se però la rabbia supera una soglia critica, o viene giudicata come pericolosa, iene messa fuori dal confine dell’io, e viene messa su qualcosa o qualcuno “là fuori”.
2. Identificazione in 2a persona
Quando una parte di sé non è posseduta viene dissociata in una identificazione in 2a persona. Si genera una relazione, con questa parte di sé, fuori da sé.
In questa fase non senti più di essere arrabbiato, ma senti che gli altri sono arrabbiati con te.
Potresti in questo stadio riconoscere che “Io non sono arrabbiato, sei tu che ce l’hai con me”.
[ Al posto di arrabbiato puoi mettere qualsiasi cosa (geloso, invidioso…). ]
3.Identificazione in 3a persona
Se ancora il vissuto soggettivo è considerato sgradevole e insostenibile, questo viene spinto ancora oltre: passa ad una identificazione in 3a persona, cioè diventa qualcosa che non ti riguarda più. Diventa un oggetto esterno che non ha nessun legame con te.
“Rabbia? Di cosa stai parlando?”
Ecco che a questo punto l’emozione originaria è messa completamente in ombra. Continuerà ad agire, ma la sua azione sarà fuori dal tuo campo di consapevolezza.
Potrebbe manifestarsi come inquietudine, irritazione immotivata, senso di stanchezza… le forme potrebbero essere molteplici e variabili.
Il processo dissociativo può essere descritto come il passaggio progressivo da un vissuto in 1a persona (Io) ad uno in 2a persona (Tu) ad uno in 3a persona (Esso).
Per mettere in atto il processo integrativo, dobbiamo percorre il percorso inverso.

Riappropriarsi dell’ombra
Per accedere al vissuto messo in ombra bisogna invertire la rotta: l’elemento dissociato, finito in una prospettiva in 3a persona deve diventare un qualcosa a cui è possibile relazionarsi (un tu, una prospettiva in 2a persona) e infine deve diventare oggetto di identificazione (un Io, deve cioè essere vissuto in prima persona).
Freud riassumeva l’intero processo così:
“Dove c’è un esso, lì io devo diventare”.
Ovvero, devo trovare le parti alienate da me stesso – un esso – e riappropriarmene facendole diventare un io.
Nel processo dissociativo un vissuto attraversa questa sequenza:
Da 1a persona >> a 2a persona >> a 3a persona.
Per riappropriarsi dell’ombra si percorre la sequenza inversa:
Da 3a persona >> a 2a persona >> a 1a persona.
Da qualcosa che mi irrita senza nemmeno rendermene conto a qualcosa a cui posso relazionarmi, fino a diventare io stesso proprio quella cosa.
Vediamo come funziona il processo.
[ *Vedi “Integral Spirituality” di Ken Wilber pag. 123. ]

Processo di integrazione dell’ombra 3-2-1
3. Affrontalo
Osserva il disturbo attentamente. Descrivilo. Chiarisci la situazione e il rapporto con le persone interessate.
Nell’esempio della rabbia, questa non viene più riconosciuta, ma viene vissuta come emozione secondaria, come tristezza, o come irritazione. Descrivi la situazione che genera fastidio, con tutti gli elementi che concorrono a generare il tuo vissuto.
Non minimizzare il vissuto, prendi il tempo che ti serve per descriverlo il più dettagliatamente possibile.
2. Parlaci
Entra in relazione con il vissuto, con l’esperienza in questione o con le persone interessate.
Potresti simulare un dialogo con questo oggetto, creando in questo modo una relazione più profonda.
Potresti chiedergli “Cosa sei? Chi sei? Da dove vieni? Cosa vuoi da me? Cosa mi stai comunicando?…“
Permetti al disturbo di risponderti.
Immagina realisticamente la risposta e vivi intensamente il dialogo, lasciandoti stupire dalla risposta soprattutto a livello emozionale ed energetico, aprendoti al sentire che emerge.
1. Diventalo
Dopo avere esplorato questo oggetto, questa situazione o questa emozione è arrivato il momento di identificarti con esso.
Vuol dire diventare completamente questo oggetto o questa immagine o sensazione. Vuol dire metterti in prima persona nei panni di quell’oggetto che prima hai descritto, entrando completamente nella sua prospettiva. Devi arrivare al punto di vedere il mondo come lui lo vede, diventando l’oggetto stesso.
Questo è il passaggio più difficile, perché proprio da qui è partito il processo dissociativo. Sembra impossibile, è difficile e crea disagio. Ricorda che
se non creasse disagio stare in quel vissuto messo in ombra, non sarebbe finito fuori dai tuoi confini.
Quindi, con un atto di coraggio, entra in questa prospettiva, aiutandoti anche con dei bei respiri pieni profondi.
Il processo di identificazione va sperimentato prima di essere padroneggiato completamente.
Inizialmente ci si avvicina con il sentire. Si inizia con il sentire quello che sente l’oggetto, poi si intensifica il sentire e ci si apre, letteralmente “scivolando dentro” l’oggetto fino a prenderne le sembianze e la prospettiva.
L’integrazione non è un processo immaginativo mentale, è un vero e proprio processo identificativo della coscienza.
Quando lo fai correttamente avviene un cambiamento interiore. Può avvenire sotto forma di un insight o di un cambiamento energetico: senti l’energia che si trasforma, che cambia assetto. Ti senti più aperto e leggero: hai recuperato l’energia e l’emozione primaria che stava sotto l’elemento messo in ombra.

Trasmutazione delle emozioni primarie
Quando hai accesso, tramite il processo 3-2-1 di integrazione dell’ombra, all’emozione primaria, puoi mettere in atto il passo seguente, quello di trasmutazione delle emozioni.
A questo livello di apertura del sentire le emozioni sono piuttosto intense, e si manifestano anche emozioni giudicate spesso come negative: rabbia, paura, tristezza…
Un pensiero comune è che queste debbano essere eliminate, modificate, alterate in quanto sabotano la tua crescita. In realtà non è così: il tentativo di eliminarle è proprio quello che le ha mantenute in ombra.
Serve fare qualcos’altro, cioè accedere all’energia sottostante, contenuta nell’emozione stessa.
Ti propongo qui una sequenza che ha questo scopo.
Sequenza di 5 passaggi per la trasmutazione delle emozioni
1) Osserva cosa senti e come si manifesta nel tuo corpo (sia dal punto di vista fisico che energetico).
2) Sospendi ogni tendenza a giudicare quello che senti. Se ti accorgi che stai giudicando quello che senti, riconoscilo con accettazione.
3) Se la tua emozione riguarda qualcosa o qualcuno, rilassa il tuo rapporto con questa cosa o persona. Lascia che l’energia emozionale sia quello che è.
Nota che sta emergendo in te facendo un cambio di prospettiva: da “mi fai sentire così”, a “questo sentire emerge in me“. Prenditi piena responsabilità in prima persona di ciò che senti.
4) Senti pienamente l’energia della tua emozione. Respira in modo circolare, facendo dei respiri pieni e permettendo all’emozione di esprimersi completamente.
Quando inspiri, lascia che l’emozione si intensifichi e che “venga a te”.
Quando espiri, lasciala andare.
Dopo qualche respiro inizierai a sentire che l’emozione cambia, si mette in movimento.
5) Tieni l’attenzione sul processo di transizione dell’emozione. Riconosci la natura mutevole dell’emozione e attingi all’energia grezza sottostante che si è liberata.
Il punto focale di tutto il processo è l’accettazione e il permesso all’emozione di essere così com’è, qualsiasi essa sia: questo rilassa la tensione e la resistenza che la circonda.
Poi permetti all’emozione di venire a te, ti permetti di sentirla pienamente aiutandoti con la respirazione.
Quando hai vissuto pienamente quest’emozione, emerge quello che sta sotto, un’energia grezza e altamente vitale.
Energia liberata
L’energia sottostante si libera da sola.
Non è necessario fare qualcosa per attingere a questo serbatoio di energia grezza.
La definisco grezza non nel senso di rozza. Vuol dire primordiale, aderente alla tua essenza. È pura energia vitale disponibile per la tua evoluzione.
Continuiamo con l’esempio della rabbia. Dietro questa emozione umana c’è moltissima energia. Quando la rabbia entra nel processo di trasmutazione delle emozioni si trasforma in pura essenza e diventa energia libera da impiegare nell’ottenere chiarezza, nell’agire verso la situazione che ha generato la rabbia cercando di modificarla in modo costruttivo e consapevole.
La rabbia non scompare nel nulla: diventa qualcos’altro, e diventa una grande risorsa da impiegare nella tua crescita interiore e non.
Qualsiasi sia l’emozione di partenza, quando è integrata diventa energia libera al servizio della consapevolezza.
Nello schema che segue ti ho riassunto in modo semplificato i principali effetti della trasmutazione delle emozioni.

Chiaramente lo schema serve a dare un’idea generale dei concetti: non è possibile catturare l’intera fluidità delle emozioni in schemi rigidi.
Riassumendo l’intero processo: le emozioni secondarie (non autentiche) si trasformano in emozioni primarie, e queste si trasmutano in energia trascendente e risvegliata.
Come
In questo articolo ti ho dato uno spaccato generale dell’interazione tra le emozioni e l’ombra, cercando di farti comprendere i concetti generali.
Mi auguro che questo sia uno stimolo teorico per iniziare un lavoro di tipo pratico su questo aspetto importantissimo della tua crescita interiore.
Ma come mettere in pratica tutto questo?
Ti propongo 4 strumenti, che conosco personalmente e che quindi sento di consigliarti senza remore.
1. La psicoterapia
Uno degli scopi della psicoterapia è proprio quello di svelare l’ombra e di integrarla. Quando è fatta bene, raggiunge il suo scopo.
2. Il Respiro Circolare
La respirazione circolare è una tecnica che permette di innescare sia il processo di svelamento dell’ombra che di integrazione delle emozioni che qui abbiamo chiamato trasmutazione.
La tecnica è semplice, alla portata di chiunque. Si apprende tramite un insegnante qualificato poi si può praticare in autonomia ogniqualvolta se ne senta il bisogno.
Vedi » Respiro Circolare
3. Il corso “La mente funzionale”
Questo corso ideato dal Centro Studi Podresca ha una prima parte interamente dedicata allo svelamento dell’ombra (con una tecnica più articolata rispetto al processo 3-2-1 che ti illustrato in questo articolo).
4. L’Intensivo sull’Essere consapevole
L’Intensivo è un corso residenziale della durata di 3 giorni interamente dedicato alla ricerca interiore. Il processo di svelamento dell’ombra viene messo in atto come effetto secondario dell’applicazione della tecnica di consapevolezza dell’Intensivo. Il processo integrativo, sia delle false emozioni che delle emozioni primarie, viene messo in atto in modo intenso e profondo dalla tecnica stessa. Per come è strutturato il corso, fornisce un sostegno significativo che permette alla persona di andare a fondo nelle sue dinamiche interiori.
Vedi » Intensivo sull’Essere Consapevole

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Il tuo rapporto con le emozioni e l’ombra
Sono certo che questo articolo ti ha aperto una serie di riflessioni riguardo ciò che senti.
In futuro certamente questi argomenti saranno approfonditi con altri articoli, per cui ti invito a restare in contatto con essereintegrale.com iscrivendoti alla newsletter.
Ti lascio con due domande per riflettere:
- Qual è l’emozione che generalmente metti più in ombra?
- Sai riconoscere il meccanismo per cui la reprimi?
NB: non mettiamo in ombra solo le emozioni spiacevoli, ma anche quelle assolutamente positive. (Ma questo sarà argomento di un altro articolo)
Puoi lasciare, se ti va, le tue considerazioni nei commenti qui sotto ⤵️
Bibliografia:
Silvano Brunelli – Nel labirinto della mente
Ken Wilber – Integral Life Practice
Ken Wilber – Integral Spirituality