Gli stati di coscienza sono un campo di studio complesso e affascinante, che suscita spontaneamente interesse nella maggior parte delle persone. Tutti sperimentiamo nella quotidianità dei naturali cambi di stato.
La notte dormi e sogni. La mattina ti svegli, ti alzi dal letto e fai quello che vuoi. Queste due modalità di interagire con la realtà sono diverse. Che cosa cambia da una situazione all’altra? Il tuo stato di coscienza. Apparentemente questo sembra essere un fatto privato, appartenere alla sfera individuale, personale. Eppure questo fenomeno coinvolge tutte le dimensioni. Vediamo come.

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Uno stato è transitorio
Innanzitutto, che cos’è uno stato di coscienza? Uno stato di coscienza è una configurazione della modalità di elaborazione dell’informazione. L’essere umano elabora le informazioni in modo molto differente, a seconda dello stato di coscienza nel quale si trova.
Uno stato di coscienza è per definizione transitorio: emerge, perdura per un determinato periodo di tempo, poi scompare e ne appare un altro.
Questa loro caratteristica li differenzia dagli stadi di coscienza, che invece perdurano nel tempo e seguono una progressione di sviluppo.
Quanti sono gli stati di coscienza?
Tutti conosciamo lo stato di veglia, in cui siamo vigili e svegli.
Tutti abbiamo, in misura diversa, accesso allo stato di sogno. C’è chi li ricorda tutti, chi ne conserva solo un vago ricordo, e chi sostiene di non sognare affatto. In realtà tutti sogniamo la notte quando ci addormentiamo, anche se a volte la consapevolezza del sogno è talmente labile da sfuggire al ricordo cosciente.
Non tutta la notte la passiamo sognando. Lo stato di sogno si alterna a quello di sonno profondo, in cui l’attività cerebrale si riduce al minimo.
Da leggere: stati di coscienza

2D: interiore-esteriore
Il cambio di stato è l’aspetto che riguarda la sfera personale, individuale. È la tua esperienza soggettiva che cambia. Un osservatore esterno vede il tuo corpo che dorme. Non ha accesso alla tua interiorità. Eppure qualcosa cambia anche a livello esteriore quando tu cambi il tuo stato di coscienza.

Quando sogni i tuoi occhi iniziano a muoversi rapidamente. Se chi ti guarda da fuori vede questo segnale, sa che tu stai sognando, anche se non può sapere cosa. Potrebbe con degli appositi strumenti vedere come la tua attività cerebrale elabora il sogno.
Quando il sogno cessa e entri nel sonno senza sogni, i movimenti oculari rapidi (REM) cessano. L’osservatore esterno osservano la scansione può vedere che l’attività è cambiata ancora.
Questa è la prima e più intuitiva interazione tra le dimensioni dell’esistenza e gli stati di coscienza.
La seconda interazione è quella che va dall’esteriore all’interiore. Gli stati di coscienza possono essere indotti. Basta pensare a quello che possono fare le sostanze psichedeliche. Un composto chimico, una molecola, altera il funzionamento cerebrale e provoca nell’interiorità un cambiamento dello stato di coscienza.

Senza bisogno di spingersi a questi estremi, con determinate traccie audio con frequenza sfasate tra di loro è possibile alterare la frequenza di funzionamento cerebrale, e quindi alterare lo stato di coscienza ordinario. Si chiamano toni binaurali e, a differenza delle sostanze psicotrope, non hanno effetti collaterali.
Dunque l’interazione esteriore-interiore è bidirezionale. Un cambiamento nella dimensione interiore provoca un cambiamento in quella esteriore, e viceversa.
Se a questa azione reciproca, che agisce a livello individuale, sommiamo la dimensione collettiva, cosa accade?
4D: interiore-esteriore e individuale-collettivo
Se uniamo le dimensioni individuali (interiore ed esteriore) a quelle collettive (interiore ed esteriore), otteniamo quattro dimensioni. Nel modello integrale, queste dimensioni sono chiamate quadranti, e si rappresentano con un piano ortogonale.
Da leggere: Quadranti

Come ogni elemento del modello integrale, anche gli stati di coscienza accadono in ognuna delle quattro dimensioni.
Gli stati di coscienza sono fenomeni che coinvolgono tutti quadranti.

Il concetto di stati è visto qui in senso ampio. Pensa ad esempio ad una azienda che subisce una bancarotta (quadrante esteriore collettivo): c’è un cambio di stato nel quadrante inferiore destro che si riflette in tutti gli altri.
Oppure pensa alla paura generale (quadrante interiore collettivo) che emerge dopo un attacco terroristico (quadrante esteriore collettivo) che può tramutarsi immediatamente in panico individuale (interiore individuale).
È evidente l’interrelazione tra tutti e quattro i quadranti.
I quadranti sono dimensioni inseparabili. Non è possibile isolarne una rispetto all’altra. Ogni fenomeno coinvolge tutte le dimensioni. Anche gli stati di coscienza, che apparentemente appartengono ad una sfera privata, individuale, sono in realtà indissolubilmente legati a tutte le altre dimensioni esistenziali.
Lo stato non-duale
Oltre ai tre stati naturali (veglia, sogno, sonno senza sogni), è possibile descrivere un ulteriore stato di coscienza, quello non-duale, accessibile sia come peak experience (un’esperienza diretta transitoria) che come stadio evolutivo dopo aver attraversato la progressione degli stadi-degli-stati. La consapevolezza testimoniante fa da ponte per il conseguimento di questo stato.
Come si inquadra questo stato all’interno delle dimensioni esistenziali? In realtà lo stato non-duale non è uno stato di coscienza vero e proprio, ma è il fondamento di tutto. È la dimensione dell’essere. L’essere consapevole compenetra tutte le dimensioni con la sua proprietà fondamentale, la non-dualità.

Si tratta del terreno comune entro cui gli stati di coscienza emergono. La non-dualità è una proprietà fondamentale dell’universo in tutte le sue dimensioni, ed è accessibile da ognuno dei tre stati naturali di coscienza.
4 commenti su “Stati di coscienza in 4 dimensioni”
Buonasera ho sognato in quattro dimensioni spesso non dal mio punto di vista…
Bentrovata Sara. Può succedere di avere una prospettiva distaccata, e nei sogni anche di prendere ruoli altrui. Sono modi di vedere ed elaborare le esperienze da più prospettive. Ogni cambio di prospettiva si rivela utile alla crescita, ciò che importa è, dopo che si è esplorato i vari punti di vista, ricondurre tutto alla prima persona, ovvero a sé. Se la prospettiva resta “ancorata” in un punto di vista esterno a sé, significa che l’elaborazione non è completa.
Riguardo i sogni, se non l’hai ancora letto, ti invito dare una lettura a questi approfondimenti:
Il sogno
I Sogni Lucidi
Sono due articoli molto importanti che affrontano il tema del sogno, puoi trovare molti spunti utili per comprendere questi stati.
Un caro saluto.
Interessante, mi piacerebbe sapere quali le origini di queste informazioni, persone, studi, ricerche, gruppi di lavoro eccc. Grazie
Trovi una descrizione approfondita di questi principi in “Psicologia integrale” di Ken Wilber, e in generale su tutti gli ultimi libri di Wilber.
Nel Sistema Operativo non-duale che trovi tra le risorse gratuite di questo sito ci sono altri spunti su questo tema che usano lo stesso modello di riferimento.