Inizia con questo articolo una serie di approfondimenti legati agli stati di coscienza. Una rubrica periodica in cui avremo modo di conoscere l’enorme varietà di stati di coscienza che possiamo vivere. Sono molti di più di quel pensiamo. Impareremo a riconoscerli, a distinguerli e a sfruttarli per la nostra evoluzione.
Stati di coscienza naturali
La nostra esperienza soggettiva è un flusso continuo, ma non è sempre uguale a sé. Il modo in cui la coscienza elabora le informazioni cambia continuamente all’interno del flusso ininterrotto dell’esperienza. Non siamo abituati però a distinguere e riconoscere i cambiamenti di stato che viviamo quotidianamente.
L’esperienza ordinaria è legata alla condizione di veglia, con una consapevolezza intermittente al suo interno. La notte ci addormentiamo e sogniamo. A volte ci ricordiamo dei sogni fatti, a volte cadiamo semplicemente nell’oblio (inconsapevolezza) e ci risvegliamo il mattino seguente. Questa è la condizione ordinaria, in cui possiamo già riconoscere tre stati di coscienza fondamentali. La veglia, il sogno, e il sonno senza sogni.
Lo stato di veglia è quello in cui ti trovi adesso, nel leggere questo articolo sul tuo computer o smartphone.
La notte quando ti addormenti vivi alternativamente due grossi stati di coscienza, diversi tra di loro.
Lo stato di sonno senza sogni è generalmente associato all’oblio: ti addormenti e perdi la cognizione del tempo, dello spazio e del corpo fisico.
Lo stato di sogno è quella condizione per cui durante il sonno ti trovi a vagare in un mondo mentale in cui prendono vita le fantasie più disparate.
Questi due grossi stati si alternano tra di loro per tutta la notte, con una ciclicità che vedremo meglio quando li affronteremo nello specifico.
Questi tre stati di coscienza sono detti stati naturali, o ordinari. Tutti li attraversiamo quotidianamente, fin da quando siamo nati. Anche un neonato ciclicamente attraversa la veglia, il sogno e il sonno senza sogni, seppur con ritmi e tempi molto diversi rispetto a quelle degli adulti.

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Cos’è uno stato di coscienza
Cerchiamo ora capire cos’è uno stato di coscienza e di dare una definizione che includa tutti e tre. Abbiamo visto che si alternano tra di loro e che questa alternanza determina un cambiamento nella nostra esperienza soggettiva. Proprio questo ci permette di definire uno stato di coscienza: è una configurazione temporanea del modo in cui la coscienza elabora le informazioni. Continuamente la coscienza si trova ad elaborare delle informazioni. Il modo in cui lo fa determina lo stato di coscienza in cui ci troviamo.
Uno stato di coscienza è una configurazione temporanea del modo in cui la #coscienza elabora le informazioni.
A sua volta lo stato di coscienza determina il contenuto della coscienza.
Se sono sveglio nella mia coscienza appariranno sedie, tavoli, monitor, automobili. Tutto quello che è legato all’universo fisico, concreto.
Se sto sognando all’interno della coscienza potrebbe apparire un drago o un unicorno.
Se sono nel sonno senza sogni la coscienza giace in sé stessa nella vastità spaziosa priva di contenuti.
Vedremo tutto questo in dettaglio nei vari episodi. Quello che mi interessa farti comprendere ora sono questi tre punti:
- in ogni stato di coscienza c’è un cambiamento significativo nel modo in cui la coscienza elabora l’informazione.
- questo modo determina il contenuto della coscienza.
- uno stato di coscienza è transitorio. Emerge, perdura per un certo lasso di tempo, poi ne emerge un altro. [nb questo punto si applica gli stati ordinari].
Tanti altri stati di coscienza
I tre stati di coscienza naturali sono solo una parte della gamma degli stati che l’essere umano può sperimentare.
Innanzitutto ci sono le transizioni di fase: il passaggio da uno stato all’altro non è netto e definito, come se esistesse un interruttore. Ora sono sveglio, adesso dormo. Non accade così alla coscienza, che si muove su un continuum molto fluido.
Ci sono una serie di stati intermedi che sono anch’essi degli stati di coscienza specifici e definiti. Sono le transizioni di fase tra i tre stati naturali. E hanno una configurazione diversa a seconda se il cambiamento di stato va in un verso o nell’altro.
Ovvero se stai passando dalla veglia al sonno avrai uno stato specifico. Se invece stai emergendo dal sonno nella veglia, lo stato è diverso.
Semplicemente introducendo questa discriminazione abbiamo già ampliato la gamma degli stati di coscienza da discriminare.
Oltre a questi ci sono gli stati di coscienza non ordinari, che sono ottenuti tramite un qualche tipo di pratica che agisce sulla coscienza, come ad esempio lo stato di trance ipnotico, oppure tramite l’uso di sostanze enteogene.
Ci sono poi gli stati di coscienza meditativi, che hanno una progressione ben definita, si sviluppano cioè in stadi progressivi.
La pratica meditativa permette di rendere stabili gli stati di coscienza. Cioè quello che è uno stato di coscienza (transitorio) si tramuta in stadio di coscienza (permanente). Questa progressione è definita stadi degli stati per distinguerla dalla progressione degli stadi delle strutture di coscienza.

La struttura di coscienza è la complessità con cui l’informazione viene elaborata. Anche la complessità determina, assieme allo stato di coscienza, il contenuto della coscienza.
Lo stato di coscienza e la struttura di coscienza determinano il contenuto.
Partendo da tre semplici condizioni naturali abbiamo ampliato notevolmente lo spettro degli stati di coscienza a nostra disposizione.
Tutti questi aspetti vengono spiegati nel dettaglio nell’ebook gratuito Sistema Operativo non-duale.
La ruota degli stati di coscienza
Ecco la ruota degli stati di coscienza che ci accompagnerà in questa avventura. È divisa in 12 settori, perché 12 saranno gli stati di coscienza che approfondiremo. Ogni settore è uno stato specifico, ben distinto dagli altri.

L’idea mi è venuta prendendo spunto dal libro di Jeff Warren Dove hai la testa? Ho adattato la ruota della coscienza da lui proposta al Sistema Operativo non-duale di Essere Integrale.
Trovo questa rappresentazione grafica bella e funzionale.
Abbiamo 12 settori per 12 stati di coscienza.
I primi sei sono legati al mondo notturno.
- L’ipnagogico, ovvero la transizione dalla veglia al sonno
- Il sonno senza sogni
- La vigilia, una fase del sonno polifasico
- Il sogno
- Il sogno lucido
- Le parasonnie, ovvero le anomalie nel sonno tradizionale
Gli altri sei sono legati al giorno, sono varianti dello stato di veglia.
- L’ipnopompico, ovvero la transizione tra il sonno e la veglia
- Il trance
- Il sogno ad occhi aperti
- L’SMR, ovvero il Ritmo SensoMotorio
- La zona di flusso
- Lo stato non-duale
In periferia vedi la circonferenza della ruota con delle increspature, diverse da un settore all’altro. Queste sono delle rappresentazioni di massima del tracciato di un elettroencefalogramma nello stato di coscienza corrispondente.
L’elettroecefalogramma è uno strumento di misura dell’attività della cervello. Ad ogni stato di coscienza è associato un modo di elaborazione dell’informazione nel nostro cervello, e viceversa. L’interazione è sempre bidirezionale.

Questa interazione bidirezionale è rilevabile con strumenti di vario tipo. L’elettroencefalografia è il modo di analizzare il funzionamento che ha la più ampia tradizione storica, sia per i suoi costi che per la sua semplicità di applicazione. Troverai quindi spesso dei riferimenti a questi tipi di studio.
Nella rubrica affronteremo quindi l’analisi degli stati di coscienza sia dal punto di vista interiore (cosa accade soggettivamente quando ti trovi in quello stato) che dal punto di vista esteriore (cosa accade al corpo e al cervello mentre ti trovi in quello stato). L’approccio è integrale, impiega cioè una serie diverse di metodologie e di punti di vista.
Da leggere » Stati di coscienza in 4 dimensioni
La consapevolezza
Se in periferia della ruota si trovano gli stati di coscienza, cosa si trova al centro? Al centro ci sei tu, individuo consapevole dello stato di coscienza in cui ti trovi. La rappresentazione grafica come ruota degli stati di coscienza è utile anche simbolicamente perché ti riporta sempre al centro dello stato, all’individualità consapevole che sei.
Al centro di ogni stato di coscienza ci sei tu, individuo consapevole dello stato.
Usiamo il cambiamento degli stati di coscienza, la periferia, per ricondurci a noi, per essere consapevoli, al di là dello stato in cui ci troviamo. Esiste un “centro” che non varia in ogni stato di coscienza. Sei tu.
Il fine dello studio degli stati di coscienza è proprio questo: portare consapevolezza negli gli stati, anche quelli che apparentemente dovrebbero esserne privi.
Studiarli è il primo passo.
Imparare a riconoscerli è il secondo.
Il terzo è essere consapevoli al loro interno e stabilizzare la consapevolezza nel cambiamento di stato, in quella progressione che abbiamo chiamato stadi degli stati.
Tutta questa avventura interiore per stabilizzare il centro della ruota degli stati di coscienza, per rendere il fulcro della ruota sempre presente, indipendentemente da quello che accade in periferia.
La fine del viaggio tra gli stati di coscienza è l’unione consapevole con tutto ciò che emerge in ogni stato di coscienza.
La fine del viaggio tra gli stati di coscienza è l’unione consapevole con tutto ciò che emerge in ogni stato.
Da leggere » Coscienza e consapevolezza, qual è la differenza?
Il punto di partenza
In questa straordinaria avventura negli stati di coscienza serve un punto di partenza comune. Sebbene ognuno di noi abbia avuto nella sua vita esperienze di stati di coscienza più o meno profondi, serve partire dalla condizione ordinaria.
Partiremo dalla condizione in cui la persona è in grado di divenire consapevole di sé solo nello stato di veglia, e con una consapevolezza intermittente. È la condizione a cui giungiamo in modo spontaneo senza fare nulla di mirato nel campo della ricerca interiore. Un adulto matura interiormente in modo naturale fino a questo punto.
Durante il giorno se vuole può rivolgere l’attenzione a sé, ma questa attenzione non è sostenuta, dopo un po’ decade. L’attenzione viene carpita rapidamente dagli stimoli sensoriali.
Di notte si addormenta, e decade la capacità di restare consapevoli di sé. Cade cioè nell’inconsapevolezza.
Durante il sonno accade di sognare, e al risveglio capita di ricordare sporadicamente alcuni sogni, ma non tutti. Il ricordo dei sogni sbiadisce velocemente, o è del tutto assente.
Se ti riconosci in questa condizione, sappi che è del tutto normale. Normale non significa che debba essere così per forza. Se decidi di partire per questa avventura negli stati di coscienza imparerai ad ampliare la gamma di stati di coscienza in cui essere consapevole. Trasformerai questa condizione normale e ordinaria in qualcosa di diverso, che diventerà la tua normalità.
Se il tuo punto di partenza è diverso, cioè se hai una condizione interiore che ti permette di mantenere la consapevolezza in più stati di coscienza, buon per te, è un bagaglio di esperienza che ti verrà utile nell’integrare gli stati di coscienza che ancora ti mancano per stabilizzare la consapevolezza.
In un caso o nell’altro, benvenuto a bordo in questa straordinaria avventura negli stati di coscienza.
Per non perdere le prossime puntate di questa rubrica ti consiglio di iscriverti alla newsletter gratuita di Essere Integrale.

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2 commenti su “La straordinaria avventura negli stati di coscienza [Rubrica]”
Il “caso” ha voluto che trovassi questo articolo chiaro sintetico e con schemi!!!!! Lo cercavo da un po’ ….. grazie e complimenti!
Grazie Donatella per il tuo apprezzamento, mi fa piacere.
Questo articolo è l’introduzione di una serie che affronta uno per uno tutti gli stati di coscienza. Il primo articolo dopo questo è quello che affronta lo stato di coscienza ipnagogico, altri sono tutt’ora in fase di scrittura. Se sei interessata resta sintonizzata su essereintegrale.com per i futuri aggiornamenti. Se hai piacere puoi anche iscriverti alla newsletter, così sei sicura di ricevere gli aggiornamenti.
In ogni caso, di nuovo ti ringrazio per l’apprezzamento!