Teoria, ipotesi o legge?

Come nasce una teoria? Partendo da delle osservazioni, supponendo delle ipotesi e verificando le ipotesi alla prova dei fatti. Scopri quali sono le due teorie che fondano quello che trovi su essereintegrale.
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Esistono un’infinità di teorie costruite dall’uomo per spiegare la natura delle cose.

La teoria della selezione naturale, ad esempio, è una teoria che cerca di spiegare le origini dell’uomo secondo un modello evoluzionistico.
La teoria del cambiamento climatico tenta di spiegare il perché del cambiamento in atto.
E potremmo proseguire con un’infinità di esempi.

Il fatto che siano solo teorie, agli occhi di qualcuno le rende deboli, come se fossero prive di fondamenta. In fondo, essendo teorie, possono essere messe in discussione. Chiunque ipoteticamente può inventare una sua teoria per spiegare le realtà delle cose.

Ed in effetti, questo è ciò che accade ai tempi nostri, in cui chiunque si sente legittimato a dire la sua, mettendo in discussione qualunque cosa. Siamo infatti nell’epoca della post-verità, in cui chiunque può mettere in dubbio tutto.

Da un lato questa libertà di pensiero ed espressione è una grande conquista, dall’altro è un vero disastro perché erode alle fondamenta ogni verità consolidata, lasciandoci allo sbando in una terra di nichilismo ideologico. Viviamo in un’epoca in cui la verità è una parola che viene continuamente messa in discussione.

L’intenzione di questo articolo è quella di dare una panoramica e una distinzione su quello che è una teoria, un’ipotesi, una legge e una verità.

Queste parole non sono prive di significato, e non andrebbero confuse una con l’altra. Solo comprendendo il significato dietro una parola possiamo recuperare un dialogo comune che porti alla comprensione (sia tra gli individui che della realtà in cui viviamo).

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Le 3 verità

Tutti abbiamo in noi una tensione alla ricerca della verità. In un certo senso la vita stessa può essere vista come la ricerca continua di una verità assoluta, inconfutabile, inamovibile.

La realtà delle cose ci pone però di fronte all’opposto: ci confrontiamo con una verità relativa che è in continuo mutamento. Ciò che è considerato vero in un’epoca, non lo è più in un’altra.

Verità oggettive

Un tempo era considerato vero che il sole girasse attorno alla terra, ora è considerato vero il contrario.

Sono state cioè ideate nel tempo due diverse teorie per spiegare la realtà delle cose.
Sono equivalenti? No. Sono entrambe relative, ma non sono equivalenti.

Fra qualche anno potremmo mettere in discussione quello che oggi consideriamo vero.

Nella dimensione oggettiva ci sono verità più vere delle altre.

Perché questa affermazione? Per comprenderlo serve innanzitutto fare una prima distinzione tra quella che è una dimensione oggettiva e quella soggettiva.

Prospettiva Soggettiva - Oggettiva - Inter-soggettiva

Nella dimensione oggettiva esistono cose materiali, fisiche, concrete.
Nella dimensione soggettiva esistono pensieri, sentimenti, punti di vista.

[Esistono anche una dimensione inter-soggettiva e una inter-oggettiva, ma per semplificare le lasciamo fuori dal nostro discorso. Per approfondire vedi i Quadranti ]

Una teoria che spiega una realtà oggettiva è comunque relativa, ma può essere ordinata in un asse di verificabilità e di verità rispetto ad altre spiegazioni.

Il metodo di verifica che permette questo ordine è il metodo scientifico, che distingue tra una teoria, una legge e un’ipotesi.

La scienza, nella dimensione oggettiva, è alla continua ricerca di una teoria che spieghi in modo sempre più vero la realtà delle cose. Cercando conferme e smentite delle ipotesi, le varie teorie hanno nel tempo fornito una risposta sempre più adeguata all’interpretazione della realtà.

Per approfondire » I grandi 3

Verità soggettive

Per la dimensione soggettiva invece abbiamo un’altra metodologia di indagine, che non segue il metodo scientifico.

Le verità della dimensione soggettiva non possono essere verificate oggettivamente, solo soggettivamente. Solo tu puoi dire se sei un tuo pensiero è vero o falso.

Esiste, nella dimensione soggettiva, un altro criterio per valutare la verità delle cose: è la sincerità.

Una verità soggettiva è più vera di un’altra se chi la sperimenta è più sincero a sé stesso nello sperimentare quella cosa.

Per approfondire » Criteri di validità

La verità soggettivamente assoluta

Sia la dimensione oggettiva che quella soggettiva ci pongono di fronte all’evidenza di una verità in continuo slittamento. Esiste certamente una progressione e una direzione in questo processo, ma non è visibile un punto di arrivo definitivo.

Dimensione Soggettivamente Assoluta

L’unica nostra dimensione esistenziale che prevede il raggiungimento di un apice della ricerca della verità è la dimensione della consapevolezza.

Nella consapevolezza la ricerca della verità può trovare il suo compimento. Trova il suo apice in una verità soggettivamente assoluta, che altro non è che l’integrità dell’essere consapevole.

Per approfondire » La completezza esistenziale e l’Esperienza Diretta di sé

Equivalenza

Le tre dimensioni esistenziali sono equivalenti tra di loro.

Anche trovando la completezza esistenziale nella dimensione della consapevolezza, non si spegne la tensione alla ricerca di verità relative sempre più vere nelle dimensioni oggettiva e soggettiva.

Quindi, compreso questo passaggio importante, come possiamo individuare un criterio di validazione delle verità relative?
Innanzitutto specificando un linguaggio comune e un metodo di ricerca.

Un linguaggio comune

Per comprenderci maggiormente abbiamo bisogno di un usare dei termini che permettano di definire bene a cosa ci stiamo riferendo.
Iniziamo dunque dal distinguere 4 elementi che a volte vengono confusi tra di loro:

  • Fatto
  • Ipotesi
  • Teoria
  • Legge

Sono quattro fattori determinanti nella nostra ricerca di un ordine nelle verità relative. Tutti e quattro sono indispensabili, al loro posto, con un ordine una valenza precisa.

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Fatto

Un fatto è un’osservazione che possiamo fare del mondo attorno a noi.

(…e dentro di noi, ma per semplificare restiamo nella dimensione oggettiva).

Osservare significa guardare qualcosa di specifico e per vedere qualcosa.

Un esempio banale: guardi alla finestra e vedi che fuori c’è la luce.
Hai osservato un fatto: fuori c’è luce.

L’osservazione è sia il punto di partenza che il punto di arrivo del metodo scientifico.

Si parte da un’osservazione per trarre delle ipotesi, e sempre tramite l’osservazione si cerca di falsificare o confermare le ipotesi di partenza.

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Ipotesi

Un’ipotesi è una proposta di spiegazione di un fenomeno, che diventa il punto di partenza per ulteriori indagini.

Continuando l’esempio di prima: fuori c’è la luce perché è sorto il sole.

Un’ipotesi non è qualcosa che puoi provare, è solo qualcosa da testare.

Ci sono molte ipotesi. Perché c’è luce fuori dalla finestra?

  • La luna è esplosa.
  • C’è un ufo che sta illuminando il giardino.
  • È sorto il sole.

Se esci fuori e c’è il sole, l’ipotesi del sole è confermata. Hai fatto un’osservazione scientifica.

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Test

Un test è una verifica delle ipotesi. Osservando elimini le ipotesi sbagliate e confermi quella esatta.

Uscendo in giardino puoi vedere che non ci sono ufo, che la luna è al suo posto e che il sole splende alto nel cielo.

Confermi semplicemente un’ipotesi corretta. Non è una teoria o una legge o una verità assoluta, è semplicemente una possibile spiegazione per qualcosa. Qualcosa che ti può portare a una nuova ipotesi, che ti può confermare o disconfermare questa ipotesi, in un ciclo potenzialmente infinito.

Quando si hanno una serie di ipotesi confermate su un fenomeno, possono essere raggruppate in una teoria che tenta di spiegare il fenomeno.

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Teoria

Una teoria è una spiegazione dettagliata di un fenomeno acquisita tramite il metodo scientifico e ripetutamente testata e confermata tramite osservazione e sperimentazione.

Maggiori sono le ipotesi confermate, più la teoria è solida, regge cioè il test di realtà.

Questo è il punto centrale che permette di ordinare le teorie in un asse di verità. Si tratta sempre di una gerarchia relativa: la teoria può comunque essere messa in discussione e venire cambiata in futuro, ma sempre verso una direzione di maggiore verità, cioè più aderenti alla realtà. Esistono teorie più vere di altre, perché poggiano su una quantità maggiori di verifiche sul campo.

Una teoria è utile perché permette di fare previsioni.

Le teorie ci permettono non solo di vedere come sono le cose, ma anche di prevedere come saranno in futuro. Più una teoria è esatta, più accurata sarà la previsione.

Il ciclo è questo:

Fatti > Ipotesi > Test > Teoria > Previsioni

In un ciclo potenzialmente infinito di previsioni e di verifiche, verso una completezza sempre maggiore della teoria.

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Legge

Una legge è un’affermazione basata su ripetute osservazioni sperimentali che descrive un fenomeno, spesso espressa tramite una modalità matematica.

Un esempio: la legge di gravità.

Osservando una mela che cade da un albero puoi descrivere il suo moto tramite delle precise leggi matematiche (le leggi di Newton).

La gravità è sia una legge che una teoria. Perché?

È una legge perché descrive in modo preciso come accadono le cose, ma non spiega il perché questo accade.

Dalla legge alla teoria

Con la legge di gravità puoi calcolare in modo esatto il moto dei pianeti,  ma questo non ti dice nulla sul motivo del moto. Ecco che entrano di nuovo in gioco le ipotesi.

In questo passaggio, la gravità, da legge diventa teoria.

Poi ipotizzare che la mela cada perché…

  • Ci sono delle forze che agiscono sulla mela
  • Per come è fatta la struttura dell’universo
  • Perché è attratta magneticamente dalla terra

Di nuovo, secondo il metodo scientifico, eliminando le ipotesi false puoi estrapolare una teoria della gravità, come ad esempio ha fatto Einstein con la sua relatività generale.

È la teoria definitiva che spiega la gravità? Certamente no, perché ad esempio non spiega alcuni fenomeni della meccanica quantistica, quindi anch’essa è una teoria incompleta.

Significa che non ha valore? Assolutamente no, perché permette, ad oggi, una spiegazione e una previsione accurata di moltissimi fenomeni. Significa semplicemente che deve essere integrata in alcuni suoi aspetti fondamentali.

Questo è valido per tutte le teorie.

Per quanto possano essere incomplete in alcune loro parti, le teorie basate su una verifica secondo il metodo scientifico sono l’interfaccia migliore che abbiamo per interagire con la realtà.

Possiamo utilizzare una teoria consapevoli dei suoi limiti e forti delle sue solide verifiche empiriche.

Le fondamenta teoriche di Essere Integrale

Perché ho scritto un articolo su questo tema? Una spinta arriva sicuramente dal mio essere particolarmente sensibile al tema della verità.

Quando vedo dilagare il nichilismo della post-verità, sento un moto interiore che mi spinge a tentare di ridare un ordine di valore alle verità relative.

L’altro movente è quello di darti uno spaccato di quelle che sono le fondamenta teoriche del sito che stai leggendo.

Quello che scrivo negli articoli che leggi su questo blog ha due riferimenti teorici importanti: la Teoria Integrale di Ken Wilber e la Teoria dell’essere di Silvano Brunelli.
Entrambe sono teorie che forniscono uno spaccato della realtà.

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La Teoria Integrale è un modello teorico che fornisce (ad oggi) il contenitore più ampio e integrato possibile per includere ogni campo di ricerca della realtà, sia essa oggettiva, soggettiva, intersoggettiva o interoggettiva.
Le sue fondamenta poggiano sul pluralismo metodologico, che altro non è che l’integrazione di più metodi di ricerca, differenziati a seconda della dimensione di indagine.

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La Teoria dell’essere di Brunelli fornisce un solido e verificabile insieme di conoscenze che permette sia di indagare che di costruire nella dimensione invisibile della consapevolezza. La teoria dell’essere è un corpus di conoscenze verificato sul campo in 30 anni di esperienza nell’Intensivo sull’Essere Consapevole, e quindi si presenta ai giorni nostri con maturità e solidità.

Uno dei punti di forza di questa teoria è che indaga una la dimensione della consapevolezza da una prospettiva priva di mistificazioni.

Il mio tentativo, con gli articoli di questo blog, è quello di unire le due teorie e di darti degli strumenti di conoscenza utili alla tua crescita, sia in consapevolezza che nella vita, sia nella dimensione individuale che sociale.

L’altra spinta, è quella di far sì che la teoria diventi pratica.

Dalla teoria alla pratica

Nel campo della crescita, sia essa interiore che esteriore, avere una conoscenza maggiore di un tema non si tramuta necessariamente in qualità di vita. Conoscere di più una teoria non significa avere fatto un passo di crescita.

Quello che ti fa crescere è la teoria messa in pratica.

La pratica senza teoria però può essere davvero frustrante e portarti fuori strada in un processo continuo di prova ed errore.

Ecco allora che la teoria non è inutile, anzi. Ti da una direzione, ti da la mappa di un territorio.

Sapendo benissimo che la mappa non è il territorio, possiamo utilizzare le mappe migliori per la nostra crescita, affidandoci cioè alle teorie attuali più aderenti alla realtà delle cose.


Bibliografia
Ken Wilber – Pluralismo Metodologico Integrale
Silvano Brunelli – La teoria dell’essere vol. 1 e vol. 2
Thomas Kuhn – La struttura delle rivoluzioni scientifiche
Joe Hanson – Fact vs. Theory vs. Hypothesis vs. Law… EXPLAINED!

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