Essere → Fare → Avere
In quest’equazione è racchiusa una profonda verità: quello che abbiamo nella vita ha un’origine in ciò che siamo.
Partire dalla consapevolezza di sé si rivela sempre la strategia corretta: portare luce dentro e prendere coscienza di ciò che siamo e ciò che vogliamo manifestare nella vita. Portare consapevolezza ai propri meccanismi sabotanti (ombre) che limitano quest’espressione e scioglierli per rendere sempre più autentica la propria azione.
Questo punto di partenza spiana la strada a ciò che viene dopo. Avere chiarezza dei propri fini e pulire la “meccanica interiore” affinché non ci siano sabotatori è il prerequisito per manifestare nella vita i propri semi interiori.
L’elemento centrale dell’equazione però non può essere scavalcato, è fondamentale: ciò che viene fatto. Il coinvolgimento con la vita e con l’azione, il fare.
Da leggere » Divenire, quando il fare incontra l’essere
Più consapevolezza, o più azione?
Se non conosci te stesso, non troverai mai una reale soddisfazione in quello che fai. Non ci sarà mai nulla fuori che può darti ciò che si trova dentro, ovvero la completezza esistenziale.
Nella consapevolezza di sé risiedono fini esistenziali, una chiamata ad essere e manifestare qualcosa nella vita.
Molti hanno bisogno di chiarezza, non si conoscono abbastanza e non conoscono i loro fini esistenziali. In questo caso è fondamentale tenere l’attenzione su di sé per conoscersi di più.
Ma non è così per tutti. Molti sanno cosa è giusto per loro, conoscono cosa li realizzerebbe nella vita, ma sono ben lontani dal concretizzarlo.
In questo caso più consapevolezza non risolve la situazione, anzi addirittura potrebbe essere una via di fuga.
La soluzione in questo caso è fare di più, agire.
Poniti questo quesito: per realizzare i tuoi fini, ti serve più consapevolezza o più coinvolgimento con l’azione?
Per approfondire » Orientamento

Fare la cosa giusta non è sufficiente
Conoscere qual è la cosa giusta che ti porta verso la realizzazione delle tue mete ti permette di direzionare le tue azioni nella direzione corretta. Ma solo questo non è sufficiente, c’è bisogno di dare struttura all’azione e di ripeterla per il tempo che serve.
Te lo spiego con un esempio: senti di essere uno scrittore e sai che scrivere un libro è una meta che ti esprime e realizzerebbe nella vita una tua parte profonda.
Sai che l’azione corretta per realizzare la tua meta è “scrivere”.
Se scrivi 1 post al mese su facebook seguendo l’ispirazione del momento stai facendo la cosa giusta ma in modo incostante e non direzionato. Difficilmente questa azione si tradurrà nella realizzazione della tua meta, ovvero scrivere il tuo bellissimo libro.
C’è bisogno di fare l’azione corretta per il tempo che serve (con costanza) con un impegno adeguato (sufficiente) e in modo non casuale (strategico).
Per realizzare la tua meta hai bisogno di un’azione che va nella direzione giusta e che è sufficiente-costante-strategica.
Da leggere » Quanto tempo serve per formare un’abitudine?

Farsi le giuste domande
Queste 4 semplici domande sono un utile riferimento di auto-analisi per comprendere la qualità della tua azione.
- Stai facendo la cosa giusta?
- La stai facendo con un impegno sufficiente?
- La stai facendo con costanza?
- La stai facendo con una strategia?
Hai bisogno di tutte e quattro queste componenti per realizzare le tue mete, qualsiasi esse siano, dalle più alte e nobili a quelle più terrene.
Esempio: fitness
Prendo un esempio forse banale ma certamente comprensibile da tutti.
Il tuo fine è quello di mettere in salute il tuo corpo, perdere peso e tonificarlo.
Se resta solo un’intenzione e non fai nulla al riguardo, tutto resta uguale. Questo certamente non ci sorprende.

Decidi di iscriverti in palestra, ma ti presenti una volta al mese facendo esercizi a caso seguendo quello che senti al momento.

Stai facendo un po’ di tutto, ma non abbastanza di qualcosa. La tua azione non è sufficiente, la tua routine di esercizio non è strategica, e non hai la costanza necessaria per ottenere un reale progresso nella direzione voluta.
Supponiamo ora che inizi a fare 5 minuti di esercizio al giorno, tutti i giorni. Non segui una pianificazione, ma semplicemente tutti i giorni ti impegni nel fare 5 minuti di attività motoria, un giorno fai flessioni, un giorno salti la corda, un giorno vai a correre…

Hai costanza in quello che fai, ma avrai comunque dei risultati minimi. Certamente è meglio che non fare nulla, ti fa uscire dalla pura sedentarietà, ma difficilmente otterrai dei risultati consistenti nella tonificazione del corpo con soli 5 minuti al giorno di esercizio fisico.
Proseguiamo…
5 minuti di esercizi ad alta intensità con una routine perfettamente ottimizzata.

Esercizio intenso per un’ora al giorno, ma senza una pianificazione dell’allenamento.

Esercizio intenso, 3 ore alla settimana usando una pianificazione dell’allenamento personalizzata.

Ecco che abbiamo tutte e tre componenti dell’azione al loro posto e abbiamo la situazione ottimale per ottenere il risultato voluto. Dai tempo al tempo, e l’azione sufficiente-strategica-costante ti porterà alla realizzazione della tua meta.
L’esempio legato al fitness è di facile comprensione, e gli stessi identici principi si possono applicare ad ogni meta che ti poni nella vita.
Torniamo all’esempio precedente: la meta del nostro autore di scrivere un libro.
Esempio: Essere un autore

Leggere, fare corsi ed informarsi su tutto quello che c’è da sapere per essere un buon scrittore, senza implementare le conoscenze.

Impegnarsi a fondo per scrivere un libro che non interessa a nessuno.

Scrivere molto seguendo una pianificazione adeguata, ma cambiando continuamente idea sul soggetto e trama.

Una routine di scrittura adeguata e costante implementata in una pianificazione strategica dei contenuti.

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Valutazione onesta delle proprie azioni
Questo modello è incredibilmente efficace nel mettere in luce i punti critici che non ti permettono il raggiungimento dei tuoi fini tramite le tue azioni.
Usando questo modello, puoi avere una fotografia chiara di dove ti trovi e qual è il punto su cui fare leva.
Prendi un foglio e disegna il diagramma, e dai una valutazione ai tre punti riportando il tuo punteggio e segnando delle note di riflessione.
- Sto facendo un’azione sufficiente? Quanto impegno serve per realizzare la mia meta?
- Sto seguendo una strategia? Sto misurando i miei progressi per poter correggere il tiro?
- Sono costante nelle mie azioni? Quanto tempo serve mediamente agli altri per raggiungere la meta che mi sono posto?
Il beneficio principale di questo semplice esercizio è che ti permette di essere onesto con te stesso. Se ti trovi a lamentarti sul fatto di non avere il risultato che ti sei prefissato, puoi porti questa domanda: quello che faccio è sufficiente-strategico-costante?
(La premessa chiaramente è che stai facendo la cosa giusta per te.)

Trova il tuo auto-inganno
Tutti hanno la tendenza a raccontarsi storie riguardo il perché non ottengono dalla vita quello che ritengono adeguato. Ricorda che ogni volta che deleghi a circostanze esterne l’esito di quello che succede, stai delegando parte della tua responsabilità ad altro, e stai sprecando potere di azione.
Riappropriarsi della propria responsabilità di fronte agli eventi è il primo passo per recuperare la capacità di rispondere concretamente ed efficacemente alle circostanze. Svelare i propri auto-inganni è un punto fondamentale di questo processo.
Usa il modello sufficiente-strategico-costante per trovare il tuo auto-inganno.
Sufficiente
Magari ti stai raccontando che la tua azione è sufficiente basandoti su un tuo punto di vista soggettivo. Non solo che è sufficiente ma addirittura senti che è eccessiva perché ti impegni al 110% e magari soffri nel fare quello che fai privandoti di tutto il resto.
Ricorda che la sofferenza, l’impegno e le privazioni non sono un metro adeguato per misurare le tue azioni. Viviamo in una cultura in cui vige il detto “no pain-no gain”, ma è un grande inganno: se ti impegni senza una visione strategica di ciò che stai facendo e in modo incostante non raggiungerai la meta che ti sei posto, anche se soffri moltissimo e ti deprivi di tutto il resto.
Strategica
Questo è il classico auto inganno del restare fermi ed immobili finché non si ha la strategia perfetta, finché non si ha pianificato tutto alla perfezione. Chi si racconta questo passa più tempo a studiare, pianificare e riflettere che a fare concretamente quello che dovrebbe fare per proseguire verso la realizzazione della sua meta.
Da leggere » Procrastinazione da perfezionismo
Costante
Per le grandi mete della vita generalmente è necessario un impegno prolungato nel tempo. Raramente una meta viene raggiunta in un singolo sprint di eccellenza, anzi… il più delle volte è proprio la costanza e la persistenza che ti portano alla realizzazione di grandi cose sul lungo periodo.
Anche su questo parametro potresti incorrere in un auto-inganno. Quanto serve essere costante per realizzare la tua meta? Magari per te essere costante significa fare un’azione una volta alla settimana, quando in realtà serve farla una volta al giorno. Cerca di valutare la costanza richiesta con un metro il più obiettivo possibile.

La tua azione
Passo la parola a te: pensa a una meta importante e significativa per te e valuta le tue azioni nei suoi confronti attraverso i tre parametri sufficiente-strategica-costante.
Cosa emerge?
Scrivilo nei commenti qui sotto!
Bibliografia
Sufficient, Strategic, Consistent: is This Why You Aren’t Reaching Your Goals?