I 4 significati della parola spiritualità

Quattro approcci alla spiritualità, tutti ugualmente validi e meritevoli di essere esplorati, e una definizione di spiritualità in grado di sintetizzare tutte le possibili interpretazioni.
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Spiritualità

Ognuno ha un senso personale riguardo ciò che per lui è spirituale o meno. Per la maggior parte delle persone è considerato spirituale ciò che va oltre l’aspetto fisico della realtà.

Di conseguenza la spiritualità potrebbe essere

quella parte della vita che si rivolge alla ricerca dell’essenza delle cose.

Quella parte dell’esistenza che va oltre ciò che è terreno.

Ho scritto potrebbe perché in realtà indagando a fondo il significato della parola spiritualità emergono delle sfumature di significati che meritano di essere comprese a fondo. Ecco quali sono.

Spiritualità

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La spiritualità come livello più elevato di ogni linea evolutiva

Il concetto di linee evolutive può essere facilmente compreso facendo riferimento al principio delle intelligenze multiple. È riconosciuto ormai universalmente che ogni essere umano possiede diversi tipi di intelligenze: logica, matematica, artistica, musicale ecc. Lo sviluppo umano può essere dunque rappresentato come il dispiegarsi di più linee evolutive, ognuna con un proprio sviluppo relativamente indipendente. In ogni linea evolutiva è possibile individuare più stadi di sviluppo progressivi, dal più semplice al più complesso.

Possiamo tutti richiamare in mente degli individui che hanno una spiccata abilità in un’area specifica della vita, ad esempio un atleta con uno sviluppo fuori dal comune nella linea evolutiva cinestetica, ma aventi contemporaneamente una carenza di sviluppo in un’altra linea evolutiva, ad esempio quella interpersonale.

Lo sviluppo non è né univoco né uniforme.

Spiritualita-stadio-elevato

Da leggere: Psicografico

Ecco dunque che appare una prima possibile interpretazione di quella che potrebbe essere considerata la spiritualità: lo sviluppo massimo possibile in ognuna delle linee evolutive.

Pensa ad esempio alla linea interpersonale, che concerne la cognizione sociale e la capacità prendere la prospettiva dell’altro. Ad uno sviluppo massimo questa linea evolutiva mostra l’abilità di cambiare la propria prospettiva con quella dell’altro, amplificando la compassione e l’amore universale.

La spiritualità può essere intesa proprio con queste peculiarità. A fasi di sviluppo minore questa linea evolutiva mostra un atteggiamento egocentrico, centrato sui propri bisogni e l’incapacità di prendere la prospettiva dell’altro. Difficilmente questa modalità di interazione interpersonale è considerata spirituale.

Questo ragionamento vale per ognuna delle linee evolutive: emozionale, cognitiva, morale, ecc.

Ai livelli di sviluppo massimo queste linee mostrano delle qualità e delle proprietà che possono essere interpretate come spirituali.

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La spiritualità come linea evolutiva a sé stante

Un’altra interpretazione della spiritualità è quella che suppone l’esistenza di una sorta di “intelligenza spirituale“, che viaggia in parallelo alle altre linee evolutive. Parte allo stadio più semplice alla nascita e poi si sviluppa in stadi progressivi in modo indipendente rispetto alle altre.

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La suddivisione in stadi può essere di tipo grossolano, del tipo pre-personale, personale e transpersonale; oppure molto più dettagliata come ad esempio i 7 stadi della fede individuati dagli studi di James Fowler, che ora non analizzeremo.

Il concetto di fondo non cambia: la linea alla nascita si trova a livello zero e nella vita, come ogni altra abilità, trova il modo di aumentare la sua complessità in stadi progressivi.

La spiritualità come particolare stato di coscienza (peak-experience)

Un altro possibile approccio è il considerare dei particolari stati di coscienza come spirituali, in confronto ad altri più accessibili e quindi classificati come ordinari.

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L’esperienza di unione, di espansione della coscienza o di completa dis-identificazione dal corpo, o ancora l’esperienza meditativa di trascendenza dell’io… questi e molti altri sono gli stati di coscienza che possono essere classificati come non-ordinari, e dunque, secondo questa interpretazione, di tipo spirituale.

Da leggere: La straordinaria avventura negli stati di coscienza

La spiritualità come atteggiamento nei confronti della vita

Questa lettura considera la spiritualità come un approccio interiore alla vita.

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L’atteggiamento della gentilezza, di compassione, di aiuto e di servizio all’altro sono considerati spirituali, in contrapposizione all’egoismo, allo sfogo della rabbia, all’invidia e a tutti quei sentimenti/atteggiamenti che in genere allontanano dall’esperienza di comunione con l’altro.

Anche un atteggiamento interiore di apertura e di accoglienza nei confronti delle esperienze della vita è considerato spirituale, al contrario dell’atteggiamento di rifiuto e di chiusura alle esperienze.

Rientrano in questa categoria anche l’atteggiamento devozionale e la fede in un potere superiore.

Si nota immediatamente che tutti questi atteggiamenti interiori esulano dai parametri delle definizioni precedenti.

Si tratta semplicemente di una predisposizione interiore che può essere scelta dalla persona ad ognuno degli stadi evolutivi, indipendentemente dallo stato di coscienza in cui si trova.

In questo caso è la scelta dell’individuo che determina la traduzione nella sua vita di questo tipo di atteggiamento, qualunque esso sia. Ad esempio scegliere di adottare un codice etico di comportamento è una scelta di maturità interiore, perché permette di costruire la propria vita in base ai propri valori.

All’opposto adottare schemi di comportamento rigidi, imposti e non scelti, applicati forse per paura di punizioni di qualche tipo porta invece a una spiritualità di facciata, ma ad una falsità di fondo che non è per nulla costruttiva.

Ogni significato ha valore

Qual è l’interpretazione migliore tra quelle proposte? Nessuna.

Ovvero tutte hanno il medesimo valore.

Nessuna definizione ha il diritto di prevalere sulle altre.

Tutti questi approcci alla spiritualità hanno una propria validità e un legittimo diritto di essere tenuti in considerazione.

I problemi emergono in due scenari:

  • Quando, non comprendendo queste quattro sfumature, una persona parla della spiritualità intendendo un significato ad un’altra che invece ne sottintende un altro. L’incomprensione è garantita.
  • Quando si considera un’unica interpretazione della spiritualità non considerando valide le altre. Rimangono precluse notevoli possibilità di crescita.

Alla luce di queste conoscenze, le soluzioni sono semplici, speculari rispetto ai due problemi appena esposti:

  • Specificare sempre a quale interpretazione ci si riferisce quando si parla di spiritualità a qualcun altro.
  • Allargare i propri orizzonti e includere tutte e quattro le possibili interpretazioni nel proprio panorama di crescita spirituale.
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Il contatto con la propria umanità

Un possibile approccio alla spiritualità, che include tutti e quattro i significati qui esposti, è questo:

La spiritualità è il contatto con la propria umanità.

Non il contatto con qualcosa di trascendente, che va oltre, ma con qualcosa che appartiene all’essere umano in quanto individuo consapevole di esistere.

Che si consideri la spiritualità come lo sviluppo massimo delle linee evolutive, come linea evolutiva a sé, come un particolare stato di coscienza o come un atteggiamento verso la vita, in ogni caso si ha a che fare con aspetti che ci caratterizzano in quanto esseri umani dotati di consapevolezza.

La crescita spirituale è il riappropriarsi completamente della propria umanità.

Non il trascendere ed abbandonare la vita, come nel Bypass spirituale, ma il vivere pienamente la propria vita, in tutto lo spettro delle sue potenzialità, in relazione con gli altri individui consapevoli.

La tua definizione di spiritualità

Ho esposto qui varie interpretazioni, diversi possibili approcci a questa affascinante tematica. Ognuno di noi ha una sua particolare concezione riguardo alla spiritualità. Si tratta di una costruzione derivata dalla propria esperienza di vita, ed è affascinante notare sia le differenze tra una e l’altra che l’elemento comune che soggiace a tutte.

Per questo ti chiedo, se ti va, di condividere qui nei commenti la tua opinione: che cos’è per te la spiritualità?

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22 commenti su “I 4 significati della parola spiritualità”

  1. Bellissimo articolo. Se non l’avessi letto non avrei saputo inquadrare con precisione una mia definizione di spiritualità.
    Mi trovo completamente nell’ultima versione, nel riappropriarmi completamente (o per essere più realistico, in modo sufficiente) della mia umanità.

    1. L’ultima definizione è un tentativo di sintesi di tutte le altre 4.
      Conoscendoti ti posso dire che la tua umanità traspare dalla tua spontaneità. È una delle tue caratteristiche personali che apprezzo maggiormente.

  2. Simonetta nenz

    Caro Agostino ho apprezzato tantissimo il tuo articolo . Anch’io mi riconosco in questa straordinaria sintesi in cui compiere la propria umanità completamente in tutte le due dimensioni rappresenta l’essenza della spiritualità. Grazie per la tua chiarezza!

    1. Grazie a te Simonetta! La sintesi include e trascende tutte le altre possibilità, per questo sento che ci rappresenta maggiormente (Anch’io mi riconosco maggiormente nell’ultima definizione, andando a toccare contemporaneamente tutte le altre modalità).

  3. Condivido. La crescita spirituale diventa il riappropriarsi completamente della propria umanità. Proprio stamattina riflettevo su questo tema e mi è tornata in mente una pagina di un libro di padre Andrea Schoeller sulla meditazione, in cui diceva dell’uomo primitivo che “piegando le ginocchia” ringrazia di essere vivo. Credo che l’uomo nasca lì. In quel grazie.

    1. Grazie Paolo per la tua condivisione. Ringraziare di essere vivo è un buon punto di partenza, sono s’accordo! Il piegare le ginocchia potrebbe essere un segno di sottomissione a qualcosa, e questo forse potrebbe essere superfluo.

  4. Per me la Spiritualità è qualcosa che appartiene a tutti, ma che tu devi scegliere se seguire oppure no. Tutti almeno una volta nella vita si sono fermati a riflettere sul senso della vita, si sono interrogati chi sono veramente, al di là del corpo fisico che vedi allo specchio, ma non tutti decidono di continuare la ricerca di risposte. Per me la Spiritualità è anche questo, è risposte, è esperienza, evoluzione, libertà. Solo chi la vive può capire cos’è, anche se ora cercano in tutti i modi di allontanarci dal nostro vero io. Vorrei infatti consigliare un articolo dal titolo “Gli spirituali sono tutti PAZZI?” che affronta proprio i pregiudizi inerenti alla spiritualità, come la falsa idea che tutti gli spirituali siano pazzi, truffatori e drogati. Non è assolutamente così
    http://www.accademiadicoscienzadimensionale.com/archives/15569

  5. Io credo che la parola spiritualità sia direttamente derivata dalla parola spirito, che si riferisce a una realtà che trascende i sensi, gli strumenti di analisi che ci fornisce la scienza. Se io non credo che esista quella realtà, non posso parlare di spiritualità. Parlerò piuttosto di ricerca di consapevolezza, di umanità.

    1. Agostino Famlonga

      Grazie Antonio per questo tuo commento.
      Si, la parola spiritualità ha la sua radice in Spirito, che a sua volta ha la radice in Spirare (respirare, soffiare), ed è collegata alla ricerca delle sostanze incorporee.
      Il mio tentativo con l’articolo che hai letto è quello di fare arrivare questo concetto: non si tratta di due cose distinte. La spiritualità (con i 4 significati che ho esposto) non è disgiunta dalla nostra umanità. Non si tratta di due cose separate.
      La spiritualità ci appartiene, in quanto individui dotati di consapevolezza.
      Puoi dire “è una realtà che trascende i sensi”, sono d’accordo. Ma è una realtà che è conoscibile, non è separata. Non sta da un’altra parte, è proprio qui adesso e può essere conosciuta da noi esseri umani.
      Sei d’accordo su questo?

      1. Secondo me la tua tesi è condivisibile se credi che esistano due piani dell’esistenza, quello materiale e quello spirituale, quello della realtà sensibile, concreta, misurabile, e l’altro che trascende i sensi, il mondo sensibile. Se credi invece che l’unica realtà … ontologicamente esistente sia quella che posso “toccare”, secondo me la parola spiritualità per te è priva di significato, perché si riferisce a qualcosa che non esiste. Ciò non toglie che abbia sempre sentito bisogno, come dici tu, di porsi le grandi domande di senso: da dove vengono il mondo, la vita, l’uomo? da dove vengono la moralità, l’etica? chi siamo noi? In che rapporto siamo col mondo e con gli altri? Però quando gli uomini non possedevano gli strumenti della scienza si inventavano risposte con i miti, pensiamo al fulmine, alle stelle, alle fasi lunari, alle malattie, alla nascita e alla morte. Invece una mentalità scientifica vorrebbe che davanti a ciò che non si conosce si avesse il coraggio di dire francamente: non so. E basta.

        1. Agostino Famlonga

          Forse non mi sono spiegato in modo adeguato.
          Il fondamento della realtà è uno: l’essere che siamo. Non è disgiunto da chi siamo noi. Non è da un’altra parte, è proprio qui, ed è la nostra natura essenziale. In questo senso non esistono due realtà separate, ma unite a livello fondamentale.
          Eppure, in questa unità essenziale, esistono 4 piani esistenziali in cui l’essere si manifesta. Non sono disgiunti tra di loro, sono inter-connessi. Sono prospettive/dimensioni che l’essere ha su di sé.
          Sono i quadranti, e sono irriducibili uno all’altro.
          Pensare che ne esista solo uno, cancellando gli altri 3, porta a distorsioni pazzesche.
          Ti invito a leggere questo approfondimento sugli assolutismi » https://essereintegrale.com/sistema-operativo-non-duale/quadranti/assolutismi/

  6. Grazie per la domanda…mi hai messo nella condizione di pensarci e di formulare una definizione, vera per me:
    È il riconoscimento della propria natura animica e lo sviluppo di una personalità che si ponga al suo servizio per il raggiungimento dello scopo che si è prefissa.
    Che poi, rileggendola, mi sembra il riappropriarsi della propria umanità…

    1. Bellissima definizione Fulvia.
      Mi trovi allineato con questa tua definizione.
      Trovo che sia molto in simile, al di là delle parole, con il tentativo di sintesi che ho proposto nell’articolo.

  7. LA spiritualità esiste già dentro di noi.Siamo noi che dobbiamo scoprirla nella più assoluta sincerità interiore.Non è facile riuscirci perchè siamo prigionieri di troppe sovrastrutture mentali e sociali,ma con onestà d’animo è possibile.Occorre non mentire a sé stessi e saper guardarsi dentro con occhi sinceri.Scopriremo qualcosa di grande da coltivare con cura.La spiritualità stessa si manifesterà,se lo vorremo,in tutta la sua potenza,che diventerà esempio e aiuto per gli altri.Sarà il trionfo dell’empatia e dell’amore del Tutto

    1. Grazie Giancarla, apprezzo molto la tua condivisione perché sento che riflette moltissimo la tua autentica esperienza in questo processo di svelamento dell’autentica spiritualità.
      È un’utile aggiunta a quanto scritto nell’articolo.
      Grazie!

  8. Caro Agostino, ti ringrazio per il tuo lavoro e per quello che SEI.
    Per me la spiritualità è ESSERE.
    Una lampadina accesa non FA luce: una lampadina accesa E’ luce, e per questo FA luce.
    Questa luce interiore illumina la mente (cioè l’anima) e si manifesta poi nei comportamenti.
    Quando queste tre dimensioni sonno allineate, la persona è realizzata.
    Che ne dici?
    Ciao e a presto,
    David.
    Davidrocca.website

    1. Ciao David, grazie per la condivisione del tuo pensiero che sento allineato a quello espresso (se non forse in una sfumatura, forse più legata alle parole che altro.)
      Dal mio punto di vista la mente è la mente, e l’essere è l’essere.
      La mente elabora pensieri, immagini, idee. L’essere è.
      Per intenderci sui termini, ti allego un’immagine che può essere di aiuto a chiarire:
      Ego - Anima - Sé - Essere
      Ripeto, probabilmente si tratta solo di comprendersi sulle parole.
      Da quello che mi arriva leggendoti, stiamo dicendo la stessa cosa.

  9. La mia vita inizio una vita spirituale ogni giorno ascolto il mio corpo e mente e cuore questa energia forte mi entra le persone entro in me il mio spirito va avanti ogni giorno ascolto il mio angelo custode e il mio cuore

    1. Grazie Giulia per questa tua condivisione. Restare in ascolto è davvero importante, accogliere ciò che c’è nel cuore, nella mente e nella consapevolezza e poi agire allineati a questo è la via per agire la spiritualità nel quotidiano.

  10. penso che un vero spirituale aspetti che la sua spiritualita lo venga a trovare
    attraverso emozioni piu o meno forti
    leggere di persone colte in materia aiuta molto
    ma non prima di essere lui stesso a scoprirle abbastanza

    1. Grazie Renato per il tuo commento. A mio avviso invece che “aspettare che la spiritualità venga a trovarti” si può attivare un intento di ricerca, che cavalca la curiosità innata di ognuno di noi verso la conoscenza di sé stessi e del significato della vita.

  11. Buonasera vorrei fare una riflessione su qs argomento riguardante la spiritualità :
    Penso che la sapienzale fiaba di Biancaneve ci aiuta a capire in profondità gli attori che agiscono nel ns essere: il primo protagonista “apparentemente” fondamentale è la regina la quale ogni gg interroga lo specchio “ ( la ragione che regna sovrana nel ns corpo senza alcuna rivalità) lei è la più bella, più tutto … fino a quando arriva il gg che un’altra entità più discreta, più pura più bianca(neve) i connotati della ns anima cominciano ad affacciarsi nel ns essere … frutto di spinte centrifughe di natura spirituale. La fiaba ci fà capire che non possono esserci 2 entità a regnare in un regno ( il ns corpo) l’anima rappresentata da biancaneve x sfuggire alla morte decretata dal ns io o ragione trova la sua salvezza fuggendo nelle ns profondità ( il bosco) e trovando la casetta dei 7 nani (spiriti)… in disordine da pulire, … quindi cè un lavoro da svolgere … trasformare il caos in cosmo. La ragione infine con l’ inganno ( l’innocua vecchietta che offre la mela avvelenata ) fa sprofondare nel sonno apparentemente mortale ( poichè il corpo non puó uccidere l’anima) ;il suo divino risveglio avverrà attraverso il contatto dello SpiritoSanto ( il principe che passa) del resto è il suo ruolo, la sua essenza, … salvare o risvegliare anime cadute in disgrazia. ❤️mario

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