Essere presente non è un atto interiore statico, ma come tutte le abilità umane si sviluppa in una progressione ben precisa, in cui ogni fase diventa fondamento di quella che viene dopo.
È un viaggio interiore che parte dalla presenza e si conclude nell’essere.

#1 Presenza
Inizialmente essere presente significa sviluppare la presenza consapevole.
Essere presenti inizia con l’essere presenti a sé stessi, ovvero imparare a tenere l’attenzione su di sé nel mezzo dell’attività che sta compiendo.
Ogni attività può essere concepita come supporto per sviluppare maggiore presenza: lavare i piatti o parlare con un’altra persona non sono diversi da questo punto di vista rispetto al sedersi in meditazione.
Non necessariamente deve essere un’azione concreta, può essere anche semplicemente un’attività della mente, il pensare. Nel mezzo del pensiero, essere presenti significa ritirare l’attenzione dal pensiero verso “chi pensa”.

Questo è il primo step dell’essere presenti: sviluppare la presenza.
Generalmente nelle fasi iniziali l’attenzione su di sé è frammentata, disturbata, interrotta continuamente da distrazioni di varia natura.
Con la pratica questa diviene continua, intensa, pura.
Questo permette l’accesso alla fase 2.
Per approfondire » Meditazione: concentrarsi o lasciare andare?

#2 Presente
La funzione della mente e del pensiero è quella di essere proiettata verso il futuro o verso il passato. Fa parte della sua natura.
Nel momento in cui si sviluppa una presenza continua, pura, indisturbata, si aprono le porte al contatto con il tempo presente.
La mente torna ad essere limpida, trasparente e aderente all’azione che si sta compiendo nel momento, qui ed ora.
Questo permette anche di osservare e sentire in tempo reale le reazioni a ciò che si sta vivendo nell’esperienza.
Dopo un tempo adeguato questa condizione sfocia in un’altra: semplicemente essere.

#3 Essere
L’attenzione su di sé e l’apertura al presente aprono le porte alla condizione in cui scompare ogni senso di separazione tra colui che vive l’esperienza e l’esperienza che viene vissuta. Semplicemente appare uno stato di unità, di interezza e di profonda unione con tutto ciò che si sta sperimentando.
Dallo stato in cui io faccio, io sento, io vedo, io penso… avviene la transizione nella condizione in cui semplicemente “sono”. Sono ciò che sto vivendo senza alcun senso di separazione. L’essere che sei ritorna ad essere in primo piano rispetto al resto, portando con sé la qualità essenziale: il suo senso di unione.
Il senso di libertà interiore donato da questo stato è indicibile: essere sé stessi e vivere ciò che si sta vivendo senza sentirlo separato da sé.
Per approfondire » La completezza esistenziale e l’esperienza diretta di sé

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Essere Presente
Ecco la sequenza di sviluppo dell’essere presente:
1) parte dallo sviluppo della presenza
2) alla consapevolezza del presente
3) all’esperienza dell’essere.
Tentare di invertire la sequenza o di saltare i passaggi si rivela una perdita di tempo o porta a un vicolo cieco.
Vediamo un paio di tranelli abbastanza comuni.

Tranello #1 Focalizzarsi sul presente senza avere sviluppato abbastanza presenza
Tentare di essere “qui ed ora” senza avere la capacità di veicolare un’attenzione continua e pura su di sé è un approccio che il più delle volte conduce a un vicolo cieco e a una serie di frustrazioni.
Per due motivi.
1) Se l’attenzione non è abbastanza continua, pura e intensa, viene costantemente portata altrove rispetto a ciò che si sta vivendo nel momento presente.
2) Se non hai discriminato a sufficienza te stesso da ciò che stai vivendo, sei presente a qualcosa di intrinsecamente falso, e quindi resti in un vicolo cieco.
Spiego questo secondo punto con un esempio: supponiamo che tu abbia un pensiero del tipo “non sono abbastanza sicuro di me stesso” e sei identificato con esso, cioè senti che questa è una verità di te stesso. Cerchi di osservarlo stando aderente al presente.
Puoi osservarlo, sentirlo, analizzare tutte le implicazioni legate a questo vissuto, ma se non compi il passo fondamentale di tenere l’attenzione su “chi sente questo vissuto”, “chi crede questo”… resterai in un vicolo cieco.
È la presenza (step 1) a permettere l’atto di dis-identificazione e quindi di svelare il contatto con il presente.
Per approfondire » I trance che le persone vivono

Tranello #2 Radicarsi nell’essere senza avere conosciuto abbastanza sé stessi
Una casa possiede più locali con funzioni diverse: la cucina, il bagno, il garage, la camera da letto… Ogni locale ha la sua funzione e la sua ragion d’essere e compone quello che definiamo “casa”. Se devo fare i bisogni non vado in camera da letto, vado in bagno. Se vado in camera da letto genero un problema.
Allo stesso modo l’essere umano è composto da più elementi con funzioni diverse tra loro: il corpo fisico, una mente pensante, la capacità di sentire emozioni e la consapevolezza di sé (l’essere consapevole). Ognuna di queste nostre funzioni ha il suo scopo e la sua ragion d’essere.
Per approfondire » Consapevolezza multidimensionale
L’essere consapevole veicola la proprietà di sentirsi in unione e in questo c’è un’enorme senso di libertà.
Questo spesso spinge le persone ad abitare questa stanza della loro casa trascurando gli altri locali, o addirittura negando che esistano.
Per approfondire » Bypass spirituale
Quello che accade è che se non conosco a sufficienza gli altri locali della casa e se ne trascuro uno a discapito dell’altro, ad un certo punto questi reclameranno attenzione e mi faranno uscire dallo splendido locale in cui vorrei stare.
Uscendo dalla metafora della casa, come si traduce questo in pratica?
Se non conosci a sufficienza la tua mente, se non hai consapevolezza dei tuoi nodi emozionali, se trascuri il tuo corpo, se non porti luce alla tue ombre psicologiche, appena una di queste funzioni reclamerà la tua attenzione ti porterà fuori dalla condizione di unione veicolata dall’essere consapevole.
Traducendo questo tranello in modo ancora più esplicito: ti senti nella pace assoluta fintanto che mediti indisturbato nel tuo spazio protetto, ma appena esci da questo luogo privilegiato ti trovi (ad esempio) a litigare con il vicino.
Accade perché non conosci abbastanza gli altri locali della casa, e appena esci dal tuo locale preferito inciampi nel disordine che trovi nei locali che hai trascurato.
Essere presente, come?
Essere presenti rappresenta sia una necessità che una sfida.
Infatti è un bisogno di tutti quello di conoscersi di più e di essere completamente aderenti alla verità più profonda di loro stessi.
La sfida è riuscire a farlo e a portare a compimento la sequenza fino a sperimentare il senso di completezza esistenziale che solo l’integrità di sé può portare.
Gli ostacoli possono essere molti, partendo dal non sapere come fare, non avere adeguato supporto, o dal sentire che non si ha tempo sufficiente da dedicare alla pratica, o anche nel perdersi nei meandri di ciò che può emergere nell’esplorare l’interiorità di sé stessi.
Una risposta concreta a questa esigenza è rappresentata dall’Intensivo sull’Essere Consapevole, un corso residenziale della durata di tre giorni completamente dedicato al conoscere sé stessi.

2 commenti su “Essere presente: una sequenza di sviluppo”
Articolo completo e approfondito, come altri che ho avuto modo di leggere sul blog.
Cito questa parte, facilmente riscontrabile nelle vite di tanti che si definiscono spiritualisti ma che, proprio a causa di questo “errore di fondo”, lo sono a metà:
“Traducendo questo tranello in modo ancora più esplicito: ti senti nella pace assoluta fintanto che mediti indisturbato nel tuo spazio protetto, ma appena esci da questo luogo privilegiato ti trovi (ad esempio) a litigare con il vicino.”
Senza proiettare la luce della consapevolezza sull’ombra interiore, rifiutata e messa da parte, in realtà siamo in un vicolo cieco.
Ciao e complimenti.
Pienamente d’accordo con te, questo è un tema che mi è tanto caro ed è uno dei fili conduttori di tutto ciò che scrivo, come ad esempio l’articolo sul Bypass spirituale o quello sull’integrazione dell’ombra.
Non è per nulla scontato che anche chi ha alle spalle molti anni di pratica sia consapevole di queste dinamiche.
Ti ringrazio per il commento e ti auguro buon proseguimento sul cammino e buona permanenza su essereintegrale.