Criteri di validità dei quadranti

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L’interiore e l’esteriore del singolare e del collettivo: sono i quadranti. Sono i piani di realtà che esistono nel tuo spazio di consapevolezza. Sono sempre presenti, che tu ne sia consapevole o meno, e sono inseparabilmente correlati tra di loro. Eppure sono uno diverso dall’altro ed ognuno ha una affermazione di validità specifica.

Cosa sono i quadranti?

È necessaria una piccola introduzione ai quadranti. I quadranti sono le quattro dimensioni che caratterizzano l’esistenza. Si ricavano semplicemente dalla divisione di ciò che è interiore rispetto a ciò che è esteriore, e unendo a questa la differenziazione tra individuale e collettivo.

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Graficamente vengono rappresentati tramite l’intersezione di due linee che si intersecano formando una croce. Ad ogni settore corrisponde un quadrante, come vedi nello schema. La dimensione della consapevolezza unifica questa apparente frammentazione.

Cos’è un’affermazione di validità?

Noi esseri umani siamo continuamente alla ricerca della verità. È una ricerca insita nella nostra natura. È vero ciò che è reale. Essendo tutti e quattro i quadranti realmente esistenti, ognuno di essi ha un modo specifico per determinare cosa è vero per il quadrante stesso.

Un’affermazione di validità è la modalità con cui verificare la verità relativa alla realtà del quadrante. Essendo diversi uno dall’altro, ognuno di questi quadranti può rivendicare un’affermazione di validità specifica. Applicare un’affermazione di validità di un quadrante ad un altro, porta semplicemente a confusione e fraintendimenti, come vedremo dopo parlando degli assolutismi.

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I quattro quadranti sono dimensioni esistenti, ed in ognuno c’è un modo per determinare cosa è reale.

Analizziamo ogni singola dimensione con la sua affermazione specifica.

Verità

Per verificare cosa è reale nel quadrante esteriore individuale si ricorre alla verifica empirica. Si tratta della dimensione oggettiva, dove è possibile misurare e verificare quello che si dice.

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In questa dimensione è possibile fare un’asserzione di questo tipo: “in questo momento sta piovendo.” Come posso sapere se è vero? Semplicemente vado alla finestra e guardo fuori. È possibile anche quantificare la quantità di acqua che sta scendendo in questo momento dal cielo.

Posso dire: “una molecola di acqua è formata da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno”. Puoi contestare questa affermazione, ma se in laboratorio scindo la molecola ti dimostro che è effettivamente vera.

L’affermazione di validità di questo quadrante è la verità. Quando faccio un’affermazione relativa a questo quadrante, essa è valida se è vera rispetto alla realtà oggettiva.

Un’affermazione relativa alla dimensione oggettiva è valida se è vera, dimostrabile empiricamente.

Posso dire “gli esseri umani hanno due occhi”. Per verificare se questa affermazione è corretta o meno, osservo la realtà tramite la lente della verità oggettiva.

Sincerità

Nella dimensione interiore individuale la verifica empirica non è possibile. Si tratta della dimensione soggettiva. Posso dire: “ora mi sento estremamente felice”, ma nessun altro ha accesso al mio spazio interiore per determinare se questo è vero.

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L’affermazione di validità di questo quadrante è la sincerità.

Sto dicendo la verità o sto mentendo?

Potrebbe darsi che sto mentendo intenzionalmente per nascondere qualcosa. Oppure, senza saperlo, sto mentendo a me stesso rispetto a quello che sento. In tutti e due i casi, sono in contatto con la realtà soggettiva se sono sincero, con me stesso e con gli altri.

Sono in contatto con la realtà soggettiva se sono sincero, con me stesso e con gli altri.

Adeguatezza

Anche il quadrante interiore collettivo non è accessibile alla verifica empirica. Si tratta del quadrante intersoggettivo. In questo caso entra in gioco il significato condiviso.

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Per essere in contatto con ciò che è reale non si tratta solo di essere sincero con me stesso, non è sufficiente. Ad esempio potrei affermare: “io e te ci amiamo.” Potrebbe essere vero per me ma non per te. In questo quadrante entra in gioco l’adattamento intersogggettivo e la comprensione reciproca. L’affermazione “io e te ci amiamo” è in contatto con la realtà nel grado in cui è adeguata alla realtà condivisa. Il criterio di validità per questo quadrante è quindi l’adeguatezza al significato condiviso.

Sono in contatto con la realtà inter-soggettiva nel grado in cui ciò che dico è adeguato alla realtà condivisa.

Adattamento funzionale

Nel quadrante esteriore collettivo troviamo sistemi entro altri sistemi in complessità crescente. Non troviamo singole entità oggettive ma insiemi di componenti oggettivi o comportamentali.

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Il criterio di validità di un’affermazione relativa a questo quadrante è l’adattamento funzionale all’interno del sistema a cui ci si riferisce. A livello oggettivo possiamo osservare, ad esempio, il comportamento di una persona. È osservabile e anche quantificabile. Il suo comportamento individuale è inserito in un contesto collettivo. L’affermazione di validità individuale non è più valida perché è inserita in una interazione relazionale, sistemica.

È più facile comprendere questo passaggio con un esempio concreto. Pensa ad una squadra di basket, che si sta muovendo in un’azione collettiva per andare a canestro. Ad un certo punto il giocatore con la palla si trova nella situazione in cui può lanciare al canestro oppure può passare la palla ad un compagno più vicino di lui. Qual è l’azione giusta? Quella che massimizza la possibilità della squadra di andare a segno, e non la possibilità del giocatore di aumentare il suo numero di canestri a livello individuale. Qui ogni azione è inserita ad un livello gerarchico in un sistema più ampio.

L’esempio fatto è riferito al comportamento, ma può essere esteso anche a livello materiale, concreto. In questo caso l’azione valida è quella che massimizza la possibilità di sopravvivenza del sistema, sia esso vivente o inanimato.

Nella dimensione inter-oggettiva sono in contatto con la realtà se ciò che dico o faccio si adatta funzionalmente al sistema.

 Gli assolutismi

Quando si usa un’affermazione di validità di un quadrante relativamente ad un altro, si nega di fatto l’esistenza di quella dimensione. 

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Usare un’affermazione di validità di una dimensione per valutarne un’altra porta ad un assolutismo.

Nell’idealismo, un assolutismo del quadrante interiore individuale, si sostiene che la realtà sia solo una proiezione mentale o della coscienza, negando l’esistenza della realtà oggettiva. Alcuni si spingono ad esempio a dire che la luna non esiste se nessuno la guarda.

L’assolutismo del quadrante esteriore individuale è il riduzionismo scientifico, in cui si vuole negare l’esistenza di un’interiorità e si tenta di ridurre tutto ad una concezione atomistica della realtà. L’interiorità non esiste perché non è quantificabile e misurabile. Si vuole applicare il criterio di validità del proprio quadrante (verità) al quadrante interiore. Non potendolo fare, perché non è il suo (sincerità), si nega l’esistenza stessa di quella dimensione.

Nei quadranti inferiori si genera un assolutismo quando si vuole relativizzare tutto, sostenendo che la costruzione sociale della realtà pone in discussione qualunque verità: si tratta di un relativismo estremo, ovvero dell’assolutizzazione del quadrante interiore collettivo.

Nel quadrante esteriore collettivo si incorre in un assolutismo quando si sostiene che tutto è riconducibile a dei sistemi, e che esistono solo sistemi: si giunge in questo modo all’olismo estremo.

Da leggere » Assolutismi

Il giudizio: da un quadrante a tutti gli altri

La confusione degli assolutismi nasce anche dal fatto che da ogni quadrante è possibile emanare un giudizio specifico, che però – al contrario dell’affermazione di validità – non è vincolato a quella dimensione.

Giudizio

Da ogni prospettiva posso legittimamente formulare un giudizio verso tutte le dimensioni.

Ad esempio, è possibile formulare un giudizio estetico (è bello? è piacevole?) dal quadrante interiore individuale verso un elemento soggettivo, ad esempio “mi piace il gusto di questo piatto di pasta?”. Ma non solo: posso riferire questo giudizio anche ad una realtà oggettiva, ad esempio un quadro: “mi piace questo quadro?”. Si tratta di un giudizio soggettivo di una realtà oggettiva. Nessuno mi vieta di farlo e nessuno può mettere in discussione il mio giudizio. Per me questo quadro è bello, per te no, e va bene così, è un giudizio soggettivo.

Posso riferire questo giudizio anche ad una realtà inter-oggettiva: “questo sistema di comunicazione è bello esteticamente?” oppure ad una realtà inter-soggettiva: “io e te abbiamo una bella relazione?”

Dal quadrante esteriore individuale possiamo formulare un giudizio cognitivo: questa cosa è reale? Questa cosa esiste? Lo possiamo fare sia per una elemento oggettivo che per tutte le altre dimensioni. Ad esempio, relativamente alla dimensione inter-soggettiva, è possibile chiedersi se la relazione di attaccamento madre-bambino esista o meno. Si tratta di una componente intersoggettiva. Posso chiedermi “questa cosa esiste?” pur non potendone avere accesso diretto.

Dal quadrante interiore collettivo si può emanare un giudizio normativo: questa cosa è giusta? è buona?  Riferito al quadrante interiore collettivo potrebbe essere: “Privatizzare il sistema sanitario è la giusta iniziativa per promuovere la salute collettiva?” Anche in questo caso, il giudizio normativo può essere esteso a tutti i quadranti. Riferito ad esempio al quadrante interiore soggettivo: “la mia apatia non è buona per la mia salute.”

Rimane il quadrante esteriore collettivo. Da qui è possibile formulare un giudizio sistemico: questa cosa è sistematizzata in modo produttivo? Ad esempio: “questa catena di montaggio funziona nel modo ottimale?” Relativamente al quadrante interiore collettivo: “lo scambio a livello emotivo nella nostra relazione è adeguato per farla funzionare correttamente?”.

La possibilità di poter emanare un giudizio da un quadrante su tutti gli altri non implica il fatto di poter rivendicare l’assolutezza della prospettiva da quel particolare punto di osservazione. Ogni affermazione è corretta, relativamente al quadrante in cui è inserita, nel grado in cui rientra nell’affermazione di validità specifica di quella dimensione.