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Strutture-stati: il reticolo di Wilber-Combs
La maggior parte degli stati meditativi sono variazioni degli stati di veglia, sogno e sonno senza sogni. Per questo motivo sono presenti, o possono essere presenti, ad ognuno dei livelli di crescita (anche un neonato passa dalla veglia al sogno al sonno profondo).
Graficamente questo concetto può essere rappresentato tramite una griglia che dispone sull’asse verticale la progressione evolutiva in stadi/strutture di coscienza e sull’asse orizzontale i tre stati naturali. Questa rappresentazione si chiama Reticolo di Wilber-Combs, in onore dei due autori che per primi hanno avuto questa intuizione. [Detta anche matrice strutture-stati]

Ad ogni stadio di sviluppo un individuo può avere una peak experience (esperienza diretta non-duale) nel dominio fisico, sottile, causale.
L’interpretazione che la persona darà dell’esperienza sarà determinata dallo stadio evolutivo in cui si trova. Ad esempio, una persona evoluta a livello mitico, può avere un’esperienza meditativa di unione con luminosità sottili. Quest’esperienza verrà interpretata miticamente. Se la stessa esperienza viene esperita da una persona a livello pluralistico, questa sarà interpretata in modo pluralista, e così via. Non è possibile che una persona a livello mitico dia un’interpretazione pluralista: la sua struttura di coscienza non si è ancora sviluppata fino a quello stadio.

Un’esperienza che non è esperienza
Ponendo sull’asse verticale la progressione in 7 stadi di Gebser, e sull’asse orizzontale i 3 stati naturali più quello non duale si ottiene un reticolo di 24 (7×4) tipologie di possibili interpretazioni degli stati.

È importante sottolineare che l’esperienza non duale di per sé non cambia a seconda della struttura di coscienza. Si tratta di un’esperienza che è slegata dal dominio dell’interpretazione. Un’esperienza che in realtà non è esperienza, è semplicemente essere in unione, senza alcun connotato qualitativo descrivibile. Ho deciso di sottolineare questo aspetto anche graficamente, cambiando il colore dello stato non-duale rispetto a quello della struttura, e mantenendolo inalterato per tutta la scala delle strutture.
Quello che cambia è la realizzazione che questa comporta nella vita di chi la esperisce, cioè l’interpretazione a posteriori che l’individuo ne da non appena l’esperienza non-duale torna ad essere di tipo duale.