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Le fallacie: visioni limitate
Le fallacie sono errori che si possono commettere parlando di strutture di coscienza, linee evolutive e stati di coscienza. Nascono da una visione limitata e parziale di quelle che possono essere le interazioni tra gli elementi che costituiscono la realtà.
La fallacia pre-trans
Lo studio degli stadi evolutivi e della loro sequenza mette in luce un possibile errore di interpretazione. Esso nasce dalla mancata comprensione della direzionalità dello sviluppo.
Ogni qualvolta uno stadio di sviluppo inferiore (pre-) è confuso con uno più elevato (post- o trans-) si incorre nella cosiddetta fallacia pre/trans.
Prendiamo ad esempio le teorie romantiche che sostengono che un infante nel suo primo periodo di vita sia in completa comunione con l’essere (il terreno dell’esistenza) e che poi, con l’emersione di un io consapevole e con il suo sviluppo in capacità e potere, il bambino perda il contatto con questo fondamento spirituale. In questa visione lo sviluppo psico-spirituale è il processo di riacquisire quello che è stato perso nell’infanzia: un ritorno ad una condizione priva di ego.
L’approccio integrale invece vede lo sviluppo umano come un processo evolutivo che si dispiega dallo stadio pre-personale al personale al trans-personale.
- Pre-personale significa prima dello sviluppo di un io, un ego capace di identificarsi come “io”;
- Personale significa aver sviluppato un io funzionale, con i suoi confini e le sue abilità cognitive;
- Trans-personale (o post-personale) significa aver incluso e trasceso l’identificazione con l’ego, divenendo sempre più trasparenti rispetto alla realtà soggettivamente assoluta.
Tutti questi livelli sono ugualmente in contatto con l’essere: grado in cui l’individuo è consapevole di questa onnipresente unione.
La visione romantica confonde il pre-personale (inconscio) con il trans-personale (super-conscio). Nessun infante entra nell’esistenza con un livello trans-personale: tutti nasciamo a livello zero e cresciamo (evolviamo) attraverso gli stadi evolutivi. Un infante ha un sé indifferenziato, completamente fuso con il mondo materiale (sensomotorio). Non è in grado di prendere prospettive, nemmeno la sua in prima persona, perché non ha ancora sviluppato questa abilità cognitiva. L’evoluzione procede verso l’alto in un crescendo di capacità di presa di prospettive, con l’inclusione e la trascendenza di un sé maturo.
L’io viene incluso e trasceso, non viene annullato in una regressione indifferenziata.
L’onnipresente unione con l’essere viene messa in luce in piena consapevolezza, non in una regressione indifferenziata e inconsapevole.
Viceversa, accade che alcune scuole di pensiero considerino ogni stadio trans-personale come una mera regressione ad uno stato di fusione infantile con una realtà indifferenziata. La tendenza di queste filosofie è quella di cercare di limitare (o impedire completamente) che i confini dell’io si allarghino a comprendere una realtà più vasta. Si tratta sempre di una fallacia pre/trans ma invertita rispetto alla visione romantica dell’esempio precedente.
L’ampia diffusione di questa fallacia è imputabile al fatto che sia gli stadi pre-personali che quelli trans-personali, essendo entrambi non-personali, possono apparire simili, perché entrambi cozzano contro la modalità convenzionale (personale, identificata con un ego) di vedere il mondo.
La fallacia pre-trans può essere riscontrata sia nella confusione tra il pre- e il post- personale che nella confusione tra il pre- e il post- razionale. Il principio è il medesimo: essendo entrambi gli stadi non razionali, possono essere confusi fra di loro.

Fallacia livello/linea
Si confonde un livello in una determinata linea evolutiva con la linea stessa. Non essendo consapevoli dello sviluppo nella sua sequenza e direzionalità, uno stadio in una determinata abilità viene interpretato come unica possibile espressione di quella capacità. Questo si manifesta in due modalità: la repressione o la fissazione.
- Repressione: se il livello è rifiutato, si disprezza l’intera linea. La linea è congelata al livello rifiutato, impedendo lo sviluppo negli stadi successivi della linea. La linea di sviluppo si atrofizza e ha manifestazioni disfunzionali. Un esempio classico: la linea spirituale viene scambiata per il livello mitico, che in realtà è solo uno stadio evolutivo. La linea spirituale viene repressa completamente, e ci si trova con la scienza che dichiara guerra alla religione (o per meglio dire: al livello mitico della religione).
- Fissazione: lo sviluppo in quella linea è congelato a un determinato livello. Al contrario della repressione, c’è una fissazione compulsiva in quello stadio. Non si difende la linea, ma il livello all’interno della linea. L’unica espressione possibile della linea è quel livello. Un esempio classico è l’opposto di quello precedente: la linea spirituale fissa a livello mitico. L’unica espressione possibile della spiritualità è quella del livello mitico, e come risultato troviamo la religione che combatte la scienza.
La fallacia stato/struttura
È l’errore commesso quando si ritiene che uno stato di coscienza sia la medesima cosa di una struttura (o stadio) di coscienza.
Gli stati sono per definizione transitori, sono esperienze che vanno e vengono in modo aleatorio. Possiamo esperire stati mentali in qualsiasi momento e chiunque, durante le 24 ore, passa attraverso gli stati di veglia, sogno e sonno senza sogni.
Le strutture invece sono stabili, hanno una durata a lungo termine, quantificabile generalmente in termini di anni. Inoltre le strutture sono costruite in una serie di stadi sequenziali, mentre gli stati sono semplicemente esperiti così come sono.
Esiste un’eccezione, che alimenta la diffusione di questa fallacia: gli stadi-degli-stati, cioè gli stadi di sviluppo contemplativo/meditativo, si sviluppano anch’essi in una sequenza che va dal fisico al sottile al causale al non-duale, anche se lo fanno in modo più fluido rispetto alle strutture.
Il reticolo degli stati e dei livelli ci mostra come sia possibile avere, ad ognuno degli stadi di coscienza, un’esperienza dei medesimi stati.

Gli stati saranno simili, ma l’interpretazione, che è data dalla struttura, sarà completamente diversa. Il significato di uno stato cambia drasticamente a seconda dello stadio in cui si trova colui che lo esperisce.